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Santanché, Danti: (IV): “Da Pd e M5S un assist a Meloni. Così il Terzo Polo non ci sta”

di Redazione -

NICOLA DANTI POLITICO


di NICOLA DANTI *

Abbiamo scelto di non unirci all’assist che Movimento 5 Stelle e Partito Democratico hanno deciso di elargire a Giorgia Meloni ed alla sua maggioranza. Lo ha spiegato bene il nostro Presidente Enrico Borghi: è lei, la Presidente del Consiglio, che dovrà segnalare fino a quando riuscirà a sostenere questa situazione che grava sulla ministra. Il voto dell’aula, d’altra parte, conferma in toto le nostre valutazioni sull’inutilità dello strumento pervicacemente voluto dalla forza guidata dall’ex premier Giuseppe Conte.

Sbaglia, chi pensa, che Italia Viva sia pronta a entrare in maggioranza. Le segnalo che il partito di cui faccio parte e di cui sono vice presidente a Bruxelles è stato praticamente l’unico avversario delle nozze tra la premier e i popolari, oggi fallite dopo il voto in Spagna. Una sconfitta di una alleanza contro natura, che sarà ancora più evidente dal prossimo voto in Polonia. Sul piano nazionale, dal primo momento, abbiamo detto che saremmo stati non ideologici, ma concreti e senza pregiudizi nei confronti dell’esecutivo di destra. Che tradotto vuol dire battaglia, quando i provvedimenti non ci convincono, nessun problema a votarli, quando li riteniamo positivi. Quando sento i grillini accusarci di predicare bene e razzolare male al momento del voto, mi ritrovo di fronte a un capovolgimento della realtà.

Il Movimento 5 Stelle, d’altronde, è impegnato ad accaparrarsi più posti che può in Rai, come ha fatto con gli uffici di presidenza alle Camere. Conte fa come i ladri di Pisa, di giorno sembra azzuffarsi con Fratelli d’Italia, la notte ci fa bisboccia insieme. Un comportamento che denota poca serietà, ma che venendo da una persona come l’ex presidente del consiglio, non ci sorprende affatto. Non si è persa, quindi, alcuna occasione per indebolire l’esecutivo. Il governo non si indebolisce con le mozioni individuali di sfiducia, piuttosto, incalzandolo sugli aspetti che più interessano gli italiani, la crescita economica, il Pnrr, la spesa sanitaria. Sono in ritardo su ogni singolo dossier, però guarda caso, Elly Schlein e Giuseppe Conte insistono sulla vicenda del ministro Santanché.

A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si avvicina alla verità. Altra stupidaggine, coloro che dicono che questa forza utilizza il garantismo per conquistare quell’elettorato, che prima si riconosce in Silvio Berlusconi e adesso è privo di riferimenti. L’unica verità, chiara a tutti, è come Renzi ha sempre segnalato come ci sia stata una vera e propria persecuzione verso il fondatore di Forza Italia. Questa continua anche oggi, nonostante la sua morte. Ci sono certi magistrati che abitualmente si appassionano alla caccia di persone, e perdono di vista completamente i reati. Lo fanno certamente per accrescere la loro popolarità. Così la giustizia si trasforma in una sorta di lotta nel fango, condotta senza mezzi leciti. Un sistema che non da oggi vogliamo cambiare profondamente.

Per questo, il gruppo del terzo polo, senza distinzioni tra Azione ed Italia Viva, sostiene con convinzione il disegno di legge del ministro Nordio. La riforma dell’abuso di ufficio e la separazione delle carriere sono i primi necessari passi che il Parlamento deve intraprendere. Anche in questo caso, capiremo se Giorgia Meloni preferirà la sponda del suo abituale giustizialismo o si unirà a noi nella battaglia per una giustizia giusta.

*vice-presidente del gruppo Renew Europe


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