Politica

PRIMA PAGINA-Santanché contro tutti (anche i suoi). La Camera boccia la mozione di sfiducia

di Giuseppe Ariola -


Doppia mozione di sfiducia ieri alla Camera, prima per Nordio (senza voto) poi quella – respinta – per la ministra del Turismo

L’Aula della Camera, nella mattinata di ieri presidiata quasi esclusivamente dai gruppi di opposizione per la discussione – senza votazione – della mozione di sfiducia presentata nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio per la gestione del caso Almasri, si è riempita nel primo pomeriggio quando il calendario recava all’ordine del giorno il voto di un’altra mozione di sfiducia, quella verso il ministro del Turismo Daniela Santanché. Un passaggio, preceduto dalla commemorazione dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci, uccisi nel 2021 in un agguato in Congo, che ha visto presenti nell’emiciclo di Montecitorio numerosi ministri e i big dei partiti e dei gruppi parlamentari. I banchi del governo si riempiono man mano che alla spicciolata arrivano i ministri Antonio Tajani, Tommaso Foti, Roberto Calderoli, Alessandro Giuli, Luca Ciriani, Eugenia Roccella, Giuseppe Valditara, Andrea Abodi, Gilberto Pichetto Fratin, Carlo Nordio, Elisabetta Casellati e Anna Maria Bernini, rispettivamente sedute alla destra e alla sinistra di Daniela Santanché quando la titolare del Turismo prende la parola per un intervento che racchiude un perfetto mix di attacco e difesa. Attacco nei confronti dell’opposizione che ormai da mesi la bersaglia dentro e fuori dalle aule parlamentari, anche convincendo di certe posizioni “qualche pm e qualche giornalista della stampa amica”, e difesa innanzitutto del suo operato, sia come imprenditrice che come ministro, poi dell’essere orgogliosamente donna con il “tacco a spillo”, dall’essenza “battagliera e con il sorriso”. Ma anche l’orgogliosa difesa di essere “quella del Twiga e del Billionaire, aziende che danno lavoro”, la stessa persona, si toglie qualche sassolino dalla scarpa Santanché lasciando intendere certi interessi ‘bipartisan’ per qualche ombrellone in prima fila o per accedere a locali esclusivi, “che alcuni di voi avete chiamato… e mi fermo qua, perché sono una signora”. Infine, una difesa politica apparentemente rivolta più ai banchi della maggioranza che a quelli dell’opposizione. Dopo aver ringraziato “i tanti colleghi che sono qui al mio fianco”, Daniela Santanché non fa infatti mistero del clima che circola nel suo stesso partito per il quale, scandisce, “non vorrei mai diventare un problema, ma continuare a essere una risorsa”. La diffidenza nei suoi confronti è palpabile, non ne fanno mistero fonti di Fratelli d’Italia, e questo sentimento deve essere arrivato anche alla ministra, che si spinge fino a garantire che in occasione della prossima udienza preliminare farà “una riflessione, per poter anche valutare le mie dimissioni”. Una sensazione suffragata anche dalla circostanza che, come già previsto, nonostante la folta schiera di ministri in Aula, in sua difesa non sono intervenute le prime file dei partiti di maggioranza per respingere gli attacchi perpetrati dai leader dell’opposizione, Elly Schlein e Giuseppe Conte. Ad ogni modo, la sfiducia viene respinta con 206 voti contrari e la Santanché resta al suo posto. Almeno per ora.


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