Attualità

Sanremo vince “ai confini della realtà”

di Angelo Vitale -


Sanremo, l’audience sale a oltre 13 milioni di spettatori e – cosa mai vista – alcuni giornalisti addirittura applaudono il giorno dopo la Rai che elenca i dati e chiama Carlo Conti conducator e “dottore” (“a noi è piaciuto moltissimo quando ha interloquito con Topo Gigio“, dice un dirigente): succede anche questo, in un evento “ai confini della realtà” che viene sfiorata ma mai raccontata sul serio, l’importante è dare un colpo di lacca agli argomenti più vari senza disturbare nessun possibile manovratore, chiunque egli sia, passando in un attimo dal lancio della fiction sulla morte di Nicola Calipari al 165esimo della Guardia Costiera. Gli applausi surreali dei giornalisti fanno il perfetto paio con i titoli online dei giornaloni che non sanno più quale vocabolo utilizzare: l’Ariston si illumina, si infiamma, si incendia (poco conta per chi).

Gli spettatori aumentano perché c’era la novità delle cover. Terreno pericoloso e scivoloso, ci si confronta con i miti della canzone italiana o i “mostri” della musica, il risultato complessivo non è soddisfacente. Giorgia e Annalisa vincono ma Adele rimane irraggiungibile nella sua “Skyfall”. Meglio Serena Brancale e Alessandra Amoroso con “If I Ain’t Got You” di Alicia Keys. Il Corriere della Sera non azzecca la vittoria di Simone Cristicchi, ormai testimonial del ministero della Salute con “La cura” di Franco Battiato.

Arriva secondo Lucio Corsi, che fa benissimo “Nel blu dipinto di blu” senza riservare nessun indugio gigionesco a Topo Gigio, che invece è proprio la festa del conduttore (“un mito”, dirà stamattina). Il cantante grossetano – nessuno lo ha notato – si sta negando – lo sta facendo anche in ogni intervista improntata alla più diversa stupidaggine – al tentativo di raccontarlo al di fuori del recinto della sua musica. E arriva terzo Fedez con “Bella stronza” in compagnia di Marco Masini. Fedez si è tirato completamente fuori da ogni interlocuzione con chiunque sul palco e ci sta guadagnando. Masini ha riproposto per conto suo il brano che 30 anni fa sdoganò un insulto che sta da sempre in bocca o nella testa di tutti, pure pronunciato al maschile (ma il toscano Conti il giorno dopo in conferenza stampa dice “carognetta”, non vuol ripetere la parolaccia). Fedez ha coronato con la frase finale la sua “versione” del gossip che impazza da mesi e la sua ex moglie non avrà mai una ribalta così seguita: anche questa è una differenza di genere.

C’è stato lo show perfetto di Mahmood, che ha pure presentato gli artisti come voleva. C’era anche Roberto Benigni, un altro che per Conti è “incredibile”, il suo aggettivo normalizzante più usato. Il conduttore gli resta accanto (perché?) contrappuntando con le risatine (che riserva a tutti) un umorismo sconfortante, da quinta elementare, che cita pure il Capo dello Stato ma non (perché?) il pesante attacco che poche ore prima gli aveva inflitto il Cremlino. E così anche l’attore toscano si è messo nella scia tranquillizzante di questa edizione. Nella quale pure l’apparente metodo di “rottura” assicurato da Geppi Cucciari “era già tutto previsto”: la “nuova” Rai che la tiene di solito chiusa nell’ex riserva indiana di Rai3 si può permettere anche questo.

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