Esteri

“Sangue per sangue”: l’appello della Fossa dei leoni di Hamas

di Angelo Vitale -


“Sangue per sangue, Dio è con noi. Nel nome di Dio, il più clemente, il più misericordioso, andate avanti, leggeri e pesanti, e impegnatevi con le vostre ricchezze e con la vostra anima nella causa di Dio. Questo sarebbe meglio per voi, se solo lo sapeste”. Comincia così un appello del gruppo Fossa dei leoni di Hamas, che chiama alla mobilitazione in tutte le città a partire dalle 19.00 ora locale.

Un gruppo nato nell’agosto di un anno fa quando Ibrahim Al Nabulsi, personaggio simbolo delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, fu colpito da un missile nel suo rifugio in una casa di Nablus. Diciannovenne, Nabulsi era già divenuto coordinatore dei miliziani della Samaria, il Nord della Cisgiordania. Da allora, la crescita esponenziale delle strategie terroristiche di questo gruppo: attentati, sparatorie, l’uccisione di soldati e coloni israeliani. Tutti della Gen Z palestinese i suoi componenti, formati alla violenza che hanno conosciuto fin dalla loro infanzia.

Ora questo appello diffuso sui social, chiamando all’azione il “popolo libero della Palestina, che non accetta umiliazione”.

Al-Aqsa come un alluvione, “la battaglia per tutti i palestinesi, la grande battaglia di liberazione con l’aiuto di Dio. I nostri fratelli mujaheddin stanno combattendo con tutto il coraggio e il valore, prendendo d’assalto i siti militari più fortificati e calpestando con i loro sandali i teschi dei nostri nemici”.

Concreta, la chiamata alla discesa nelle strade: “Oggi, alle sette in punto, usciremo con una massiccia ondata umana, canti e marce verso le aree di contatto, dando fuoco ai pneumatici di gomma, da Nablus a Gerusalemme e Jenin, Tubas Gerico a Tulkarem, Qalqilya, Salfit, Ramallah, Hebron e Betlemme: lanceremo insieme e allo stesso tempo, ciascuno nella sua zona, un’azione militare armata contro l’intera presenza sionista, confidando in Dio, determinati a destabilizzare la sicurezza dell’occupazione e ad ucciderla. Tutti i cittadini devono impegnarsi immediatamente per rispondere all’appello e alla partecipazione attiva. Avvicinati a loro con tutto ciò che possiede la tua mano destra, perché sono giorni di gloria e in essi c’è per te una ricompensa da parte di Dio. Hanno bruciato le aree agricole degli insediamenti sionisti, li hanno attaccati nelle valli, hanno dato fuoco alla terra e alle montagne, li hanno ridotti a un mucchio di cenere, hanno dato fuoco ai pneumatici in ogni metro delle strade dell’Occidente. Hanno incendiato la terra in tutte le circonvallazioni, hanno versato olio ardente sulle loro strade e hanno interrotto i loro movimenti e la libertà di movimento. Il nostro popolo e i nostri cari sono nei villaggi palestinesi. Dovete imbracciare immediatamente le armi e preparare, se potete, bottiglie molotov, coltelli e ordigni esplosivi. Non aspettate che i coloni attacchino i vostri villaggi, alzatevi in ​​piedi come un sol uomo e attaccali. Se vedranno in te coraggio, sarà per loro la sconfitta”.

E una precisazione, rispondendo anche all’ipotesi di un sostegno militare Usa a Israele: “Per coloro che credono che sia solo la guerra di Gaza, svegliatevi dal vostro sonno e accertatevi che sia la battaglia della Palestina e di tutta la Palestina, che sia scoppiata la scintilla della guerra regionale e che un attacco navale americano non ci spaventerà, né ci spaventa il mondo intero. Porta le tue armi e non temere, per l’amor di Dio, la colpa di chi accusa, e sii un Mujahid risoluto con la testa e la fronte alte”

“Il nostro appuntamento è alle sette di sera in tutta la Palestina – l’ora di partenza ribadita per la mobilitazione – . La storia la scriveranno coloro che hanno risposto all’appello e che hanno decorato le piazze con le azioni degli uomini”. E la minaccia finale: “Sangue per sangue, testa per testa, bombardamento per bombardamento. Dio è grande e la vittoria viene solo da Dio”.


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