Attualità

Sangiuliano si dia pace e si metta in fila

di Lorenza Sebastiani -


Il ministro Sangiuliano si è dimesso, e ha sbagliato. Doveva combattere, rimanendo in carica, per dimostrare che il popolo non è un cecchino capace di buttare giù dalla torre un politico. Annarita Patriarca, deputata di Forza Italia, di recente ha toccato il nocciolo della questione. «Noi politici siamo abituati ai questuanti che ti tampinano, basta prendere le misure», ammonisce l’azzurra, che poi sottolinea come le risulti che Boccia abbia «chiamato quasi tutti, mi dicono che avesse cominciato a farsi avanti già dalla scorsa legislatura». Perché è così, chi ha potere è spesso vessato da uno stuolo di persone che cercano di entrare nel giro. Per questo la storia è piena di uomini e donne che hanno cercato di circuire politici, di sedurli, di entrare nelle loro grazie, in cambio di qualcosa, un incarico professionale, una carica politica o una relazione sentimentale, fino a determinarne la fine della carriera. Il caso Sangiuliano, strumentalizzato in questi giorni in modo evidente dall’opposizione, tanto da far pensare a un pilota sotterraneo che guidi tutta la vicenda, è solo l’ultimo nella storia della politica italiana. Silvio Berlusconi fu accusato di aver organizzato feste a base di sesso nella sua villa di Arcore, venne accusato di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile e molte delle donne coinvolte nelle serate avrebbero poi ottenuto vantaggi economici o opportunità lavorative. Nel 2010, la nomina di Aldo Brancher, politico di lungo corso legato al centrodestra, destò scalpore, poiché fu accusato di voler ottenere l’immunità parlamentare per evitare una condanna per appropriazione indebita legata a tangenti. Anche qui, seppur non si trattasse di favori sessuali, i rapporti personali si mischiavano al potere. Nel 2009, l’ex presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, fu coinvolto in uno scandalo quando emerse che aveva frequentato prostitute transessuali e veniva ricattato dalla criminalità organizzata. Venne accusato di abuso della sua posizione e il suo caso divenne un altro esempio di malsana commistione tra vita privata e pubblica. E ancora, Dino Boffo, ex direttore del quotidiano “Avvenire”, subì un attacco mediatico legato alla sua vita personale, con accuse di molestie e relazioni improprie. Insomma, Sangiuliano si dia pace e si metta in fila.


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