Politica

PRIMA PAGINA-Salvini (finalmente) in Parlamento sul caos treni

di Giuseppe Ariola -


La situazione della rete ferroviaria italiana, ormai da mesi sotto accusa, sbarca in Parlamento con un’informativa di Matteo Salvini sul caos treni, ieri alla Camera e oggi al Senato. La presenza in Aula del vicepremier e ministro leghista è stata fortemente incalzata dalle opposizioni, che sono tornate alla carica con la richiesta di dimissioni da quando si sono susseguiti una serie di problemi che per diversi giorni hanno provocato ritardi e cancellazioni dei treni su diverse linee ferroviarie. Ma prima ancora che alle Camere, la questione è giunta all’attenzione dell’autorità giudiziaria a seguito di un esposto per presunti sabotaggi presentato da Ferrovie dello Stato ai magistrati romani. Atti vandalici perpetrati nelle stazioni di Roma Aurelia e Milano centrale che avrebbero provocato il caos alla circolazione ferroviaria a cui si è assistito nei giorni scorsi, precisamente l’11 e il 18 gennaio. Quella del Gruppo è più di un’ipotesi, avendo le telecamere di sicurezza presenti nei pressi degli snodi in questione immortalato la presenza di persone non autorizzate, nel caso di Roma addirittura con il volto coperto, proprio a ridosso dei guasti che avrebbero poi causato ritardi alla regolare circolazione dei treni. A Roma, rende ancora noto Ferrovie dello Stato, sarebbero stati rinvenuti anche martelli e cacciaviti utilizzati per manomettere dispositivi e apparecchiature elettriche. Per Salvini si tratta di “immagini chiare e preoccupanti”, tanto più perché “sarebbe gravissimo che qualcuno danneggiasse e bloccasse volontariamente la circolazione ferroviaria per fare una battaglia sociale e politica sulla pelle di lavoratori e pendolari”. Questi episodi sono stati citati dal ministro dei Trasporti nel corso dell’informativa alla Camera, insieme ad altri che, come precisato da Salvini, fanno parte dell’esposto presentato da FS e per Salvini rappresentano “una escalation preoccupante che non abbiamo mai voluto evidenziare per senso di responsabilità e in attesa di raccogliere informazioni più precise anche alla luce delle inchieste e delle denunce”. Per quanto riguarda più in generale lo stato di salute del trasporto ferroviario italiano, il leader della Lega ha evidenziato il lavoro portato avanti per il potenziamento della rete che nel 2024 ha visto “più di 1.200 cantieri aperti” a fronte dei 983 del 2020 per un ammontare economico di “10 miliardi di euro di investimenti di Rete ferroviaria italiana nel 2024, un risultato che supera la previsione di 9 miliardi”. Tornando invece a uno dei principali motivi degli attacchi ricevuti dall’opposizione, che chiedono le dimissioni del ministro in maniera sempre più pressante, Salvini ha replicato che secondo i dati ufficiali dell’ultimo anno i treni dell’alta velocità hanno fatto registrare una puntualità di quasi il 75%. Ma “se il nocciolo della polemica è questo” ha aggiunto, “mi permetto di segnalare che negli ultimi anni i risultati peggiori si riferiscono al 2018 quando i ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti erano stati prima del Pd e poi dei 5stelle (68,8% di puntualità) e al 2020, ministro Pd e 70% di puntualità nonostante i pochi cantieri e i pochissimi convogli alla luce del Covid che aveva rallentato tutte le attività”.
L’intervento di Salvini nell’emiciclo di Montecitorio, se da un lato ha fatto scattare a più riprese applausi dai banchi della maggioranza, dall’altro non ha però certamente sedato gli animi dell’opposizione. A prendere la parola per il Pd è stata la segretaria Elly Schlein che ha accusato il ministro di nascondersi dietro degli “alibi per scaricare ancora una volta la responsabilità: dopo il chiodo, la catena della bici, ora arrivano i sabotaggi”. “Il governo di Giorgia Meloni sta paralizzando l’Italia e nemmeno oggi vi assumete uno straccio di responsabilità”, ha insistito la numero uno del Nazareno, per poi accusare il ministro di essere interessato solo al proprio di spostamento, quello al Viminale, toccando un nervo scoperto per maggioranza e governo, il mai celato desiderio di Salvini ti tornare al ministero dell’Interno, tanto più dopo l’assoluzione nel processo Open Arms.


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