Salvate il giaguaro
Tommaso Cerno
di TOMMASO CERNO
Ho sentito ieri Pierluigi Bersani dare la linea alla sinistra, linea che si preannuncia fallimentare come fu quella dello smacchiamento del giaguaro. Teorizzava ieri mattina l’ex segretario del Pd che nel governo Meloni e nei suoi modi c’è il berlusconismo. Questo perché tutta la sua generazione politica non è mai riuscita a produrre un pensiero che non avesse come campo di gioco le linee disegnate sul profilo del grande antagonista dell’ultimo trentennio, colui che ha inventato il centrodestra ma soprattutto ha inventato il centrosinistra moderno.
E ora che Silvio Berlusconi non c’è più ecco che la nostalgia di un grande ieri prende il posto della necessaria, già tardiva, già fuori tempo massimo rinascita di un’idea di sinistra capace di prendere la forma del Paese e non quella del Cavaliere di Arcore. Non serve essere dei grandi strateghi, nemmeno degli statisti, basta davvero saper fare solo due conti per capire che l’anti berlusconismo è stata la rovina della sinistra perché la paura che l’antidoto alla destra esistesse ma non fosse costituito dagli elementi della sinistra italiana del 900 si è manifestato chiaro le due volte che Romano Prodi aveva dimostrato che la formula era stata trovata, e fu proprio quel rimasuglio del secolo scorso nel nome di chi sa quale grandezza futura a distruggere la pozione per sostituirla volta per volta da espedienti di governo.
Il primo fu legittimare il partito di maggioranza relativa a prendere Palazzo Chigi quando D’Alema ne era il leader, in quella specie di modello inglese che durerà il tempo di un mattino. La seconda fu il governo tecnico di Monti. La terza fu l’errore di Renzi di cedere alla lusinga del premierato perpetuando la tradizione fallimentare di una sinistra che andava al potere senza avere vinto le elezioni. E neppure adesso che Berlusconi è morto ci si ferma. Le ragioni possono essere soltanto due: la sinistra ha una classe dirigente che non capisce quello che fa, cosa che ritengo impossibile visto che se c’è una dote dentro quei dirigenti è proprio la quantità tattica e di cervello per metro quadro che sfoggiano.
L’unica alternativa che rimane è che lo facciano apposta perché preferiscono perpetuarsi piuttosto che essere sostituiti. Una cosa molto umana, quanto diabolica. E così passano i funerali dell’ex premier, fra le solite polemiche, anche queste costruite sulla figura di Berlusconi che se ne va, secondo l’ormai tradizionale abitudine dei progressisti, che sembrano voler perpetuare Berlusconi quasi più dei suoi fedelissimi e dei suoi discepoli. E infatti Bersani alla fine l’ha detto. Berlusconi non c’è più, ma il berlusconismo c’è ancora. Il giaguaro va smacchiato. Tutto resta come prima. Perché noi siamo ancora qui e da qui ripartiremo.
Torna alle notizie in home