Torino

Salta la preghiera islamica al Politecnico: ministro e questore dicono no

di Redazione -


Il Rettore del Politecnico Corgnati, d’intesa con il ministro dell’Università Bernini, invia al Questore richiesta di diffida a svolgere la preghiera all’interno dell’istituzione scolastica. Brahim Baya (nella foto), portavoce della Moschea Taiba di Torino: “Nessuno parla di noi se preghiamo nei garage ma appena saliamo un gradino veniamo attaccati” e accusa l’Italia di islamofobia. Intanto sul diritto di chi vorrebbe frequentare le lezioni, silenzio

Tanto rumore per nulla? Proprio nulla no perchè il fatto sussiste, eccome. La si può pensare come si vuole ma che la preghiera al Politecnico di Torino si sia svolta o meno, e non si è svolta, c’è da porsi la questione di quale sia la lettura del concetto di laicità secondo i fedeli dell’Islam.

Braida diffidato dal Questore

Questa mattina Brahim Baya, portavoce della Moschea Taiba, una delle più organizzate di Torino e spesso in interlocuzione con iniziative pubbliche, è stato chiamato in questura per ricevere la diffida a svolgere la preghiera. Diffida che ha ritenuto di non firmare in quanto, come ha dichiarato ai giornalisti incontrati davanti al Politecnico: “Non sono io l’organizzatore. Gli studenti mi hanno chiesto di partecipare e io, così come già avvenuto venerdì scorso all’Università, mi sono reso disponibile. Lunedì prossimo ci sarà un dibattito con Odifreddi: ci sarà una diffida anche per quello? O forse il problema è l’islam e l’islamofobia che abita questo paese? Oggi la preghiera è stata vietata per decreto del Questore: è scandaloso”.

La preghiera di oggi era stata annunciata sui social dallo stesso Braida ed è stato dopo esserne venuto a conoscenza che il rettore del Politecnico di Torino, Stefano Corgnati in coordinamento con il ministro dell’Università Bernini, ha provveduto a inviare richiesta al Prefetto e al Questore di Torino di diffida dallo svolgere funzioni e attività presso le sedi dell’Ateneo nei confronti delle autorità religiose eventualmente coinvolte. In una nota idel Politecnico si ribadisce “con forza i principi di indipendenza e laicità delle istituzioni universitarie”.

Appoggio dei Senatori e Consiglieri del Poli al Rettore

Successivamente, venticinque Senatori e tutti i Consiglieri di amministrazione appartenenti ai ruoli interni hanno in seguito immediatamente inviato espressione di pieno appoggio e condivisione relativamente all’azione intrapresa dal Rettore attraverso la sua richiesta di diffida, rimarcando con forza la laicità dell’istituzione politecnica

Il concetto di laicità per l’Islam

Ma è proprio sul concetto di “laicità” che Braida arringa i giornalisti: “Il concetto di laicità non c è nella Costituzione italiana ma è stato introdotto dalla Corte Costituzionale nell’’89. Laicità non è negazione del fenomeno religioso ma promozione del fenomeno religioso. La libertà religiosa viene prima della laicità”.

L’italia è islamofobica?

Ma c’è anche, nelle parole di Braida, l’idea di un paese, L’Italia, Islamofobico: “Nessuno parla di noi se preghiamo nei garage ma appena saliamo un gradino veniamo attaccati, proprio noi che difendiamo la laicità come libertà religiosa per tutti”.

Manca una stanza del silenzio in cui pregare

E passa a rivendicare il diritto ad uno spazio di preghiera nelle università , spazio che in alcune realtà è già esistente: “Ci sono università italiane in cui c è una stanza del silenzio, c è in ospedale, in aeroporto; se ci fosse stata una stanza del silenzio saremmo andati lì a pregare. E dire che a Torino, tra Università e Politecnico ci sono migliaia di studenti musulmani che non hanno uno spazio dignitoso per pregare”. C’è anche spazio per l’amarcord: “Quando studiavo pregavamo in un sottoscala, mettevamo i tappeti e poi gli addetti alle pulizie li buttavano via”.

Cos’è la jihad?

Lecito discutere, insomma, ma certe frasi pronunciate nel corso della preghiera di venerdì scorso hanno creato una certa preoccupazione, soprattutto quando, nel corso della stessa preghiera , è stato usato il termine jihad. E qui parte una lezione a beneficio dei giornalisti presenti:” Intanto vi correggo, non è la jihad ma il jihad. E’ un termine che è sempre stato frainteso. Significa sforzo, è lo sforzo che ogni musulmano fa per migliorare ogni aspetto della propria vita. Tutti i musulmani quando vivono fanno un jhiad, io ora sto facendo un jihad”.

Condannare Hamas ma…

E veniamo al nodo della questione: “Nessuno ha un problema con gli ebrei in quanto ebrei, vogliamo che il massacro cessi e che il nostro Paese non sia silente e non collabori ad armare questo massacro. Condanno la violenza contro i civili a prescindere da chi la compie

Però perché voi non dite che Israele sta bombardando i bambini e che quelle bombe sono anche italiane. Noi andiamo a condannare Hamas e dimentichiamo di condannare quello che abbiamo fatto dando delle armi all’esercito israeliano”.

Occupare è un diritto degli studenti”

Quindi ritiene che la modalità dell’occupazione delle sedi universitarie sia condivisibile?

“Sono d’accordo con quello che gli studenti fanno, non ho aizzato nessuno ma non disconosco quello che è un loro diritto”.

I diritti degli altri

Poi ci sarebbe il diritto di chi vorrebbe invece fare lezione o non farla secondo quella modalità, che porta con sé gli orribili ricordi della didattica online.

Ma questi diritti, stamattina, non sono stati nominati.

Patrizia Corgnati (lineaitaliapiemonte.it – ilTorinese.it)


Torna alle notizie in home