Politica

Salis, la pretesa di difendere l’indifendibile

di Lino Sasso -

Ilaria Salis al rientro in Italia


Su Ilaria Salis c’è ormai la pretesa di difendere l’indifendibile. Anche un’auto-pretesa visto che le neo eurodeputata eletta con Alleanza Verdi e Sinistra rivendica “con grande orgoglio” di aver fatto parte del movimento di lotta per la casa e di “continuare a sostenerlo” ancora oggi. Peccato che l’occupazione abusiva della proprietà privata violi i diritti altrui, così come partecipare al pestaggio di qualcuno è un reato che vede Ilaria Salis sotto processo in Ungheria. Sulle eventuali responsabilità della Parlamentare europea per i fatti ungheresi sarà il Tribunale di Budapest a pronunciarsi, sulla rivendicazione di aver compiuto azioni illegali partecipando all’occupazione abusiva di alcune case è stata, invece, la stessa diretta interessata a esprimersi. Purtroppo. È la dimostrazione plastica di come i duri e puri di certa sinistra considerino le leggi e le regole in base ai propri convincimenti personali senza riconoscerne il rispetto a priori che ciascuna norma impone. E se errare è umano, perseverare è diabolico. La Salis persevera, perché una cosa è commettere errori o leggerezze, altro è la loro fiera rivendicazione. Oltretutto, queste affermazioni giungono dopo la revoca degli arresti domiciliari ottenuta solo grazie all’elezione all’Europarlamento, non perché le accuse nei suoi confronti si sono rivelate infondate, cosa che ci auguriamo, fosse solo per l’immagine del nostro Paese e dei suoi rappresentanti presso le istituzioni europee. L’ottenimento di un seggio a Bruxelles non implica però l’impunità da un giudizio morale per ogni nefandezza e, soprattutto, non giustifica lo sbandieramento borioso e supponente di azioni incivili che costituiscono un pessimo esempio. Azioni incivili, arroganti e violente di chi semplicemente ritenendo di essere migliore degli altri, di avere dei valori più sani, di essere sempre e comunque nella ragione, in barba anche alle regole se prevedono altro, crede banalmente di poter fare – e come oggi dire – tutto quello che vuole in virtù di una superiorità che si attribuisce da solo. E questo è davvero poco onorevole, al di là degli incarichi che si ricoprono. È indifendibile.


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