Attualità

I salari dei manager sono 110 volte quelli dei lavoratori

di Cristiana Flaminio -


La legge aurea dei salari, sì ma quelli dei manager. Che, anche quest’anno, sono risultati di gran lunga superiori a quelli di operai e impiegati. Cosa che, di per sé, non sarebbe uno scandalo se non ci fosse una sproporzione tanto grave tra le buste paga dei lavoratori e quelle dei Ceo. Uno studio della Confederazione europea dei sindacati inchioda i manager: quelli che, da una vita, parlano di quanto pesi e costi il lavoro alle imprese che amministrano, guadagnano, in media 110 volte in più rispetto a un dipendente medio. Lo stipendio base dei Ceo, difatti, è pari a poco meno di 1,6 milioni e, per la precisione, si attesterebbe a 1.571.000 euro. Badate bene: è solo una “base” perché le paghe dei Ceo, grazie alla pioggia di bonus riconosciuti dagli azionisti possono raddoppiarsi se non triplicarsi. La sproporzione, senza scomodare il caso limite Stellantis tra la buonuscita milionaria di Tavares e gli operai in cassintegrazione a Mirafiori, è scandalosamente alta, anzi “oscena” per citare le parole di Ester Lynch, segretaria generale del Ces, quando si parla di grandi aziende europee. I Ceo delle prime cento aziende europee hanno ricevuto una retribuzione media di 4.147.440 euro rispetto a 37.863 euro per un lavoratore a tempo pieno. Numeri che piovono sulla capoccia dei manager impegnati, in queste settimane, ad affrontare crisi di proporzioni epocali e a dover giustificare, quindi, i loro aurei salari. A cominciare da quella che, in Germania, vive Volkswagen. Che, stando a notizie di ieri, sarebbe disposta addirittura a cedere ai cinesi gli stabilimenti di Onasbruck e Dresda, ribaltando la rotta delle delocalizzazioni.


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