Romania: respinta la candidatura di Georgescu, scontri in piazza a Bucarest
La Commissione elettorale della Romania ha respinto la candidatura di Calin Georgescu, politico di estrema destra e filo-russo, per le elezioni presidenziali del 4 maggio. Georgescu, che aveva vinto il primo turno delle presidenziali del 24 novembre scorso, si era trovato al centro di gravi accuse che avevano portato alla cancellazione delle elezioni da parte della Corte costituzionale, due giorni prima del ballottaggio previsto per l’8 dicembre. Le irregolarità nel finanziamento della sua campagna elettorale e le accuse di ingerenza russa avevano spinto la Corte a dichiarare nullo il risultato.
A fine febbraio, Georgescu era stato fermato dalla polizia e interrogato dalla magistratura, che lo aveva poi messo sotto inchiesta con accuse pesanti: attentato all’ordine costituzionale, dichiarazioni false sui finanziamenti elettorali e costituzione di un’organizzazione di carattere fascista, razzista e xenofobo. Nonostante il clima politico teso e le indagini in corso, Georgescu aveva comunque deciso di candidarsi nuovamente. La Commissione elettorale, tuttavia, ha respinto la sua richiesta senza fornire dettagli sui motivi della decisione.
L’esclusione della candidatura di Georgescu ha scatenato forti proteste tra i suoi sostenitori. A Bucarest, diverse centinaia di manifestanti si sono radunate davanti alla sede della Commissione elettorale, cercando di forzare il cordone di sicurezza dei gendarmi. La polizia ha disperso la folla utilizzando gas lacrimogeni, causando il ferimento di una persona colpita da un oggetto contundente. La situazione è stata riportata sotto controllo solo dopo alcune ore.
Georgescu ha reagito duramente alla decisione, pubblicando un post su X in cui ha definito l’esclusione un “colpo diretto alla democrazia nel mondo”. Ha accusato l’Europa di essere ormai “una dittatura” e ha dichiarato che la Romania vive “sotto tirannia”. Il politico potrebbe ora presentare ricorso alla Corte costituzionale per contestare l’esclusione.
Negli ultimi mesi, la Romania è stata attraversata da tensioni crescenti, con le autorità che hanno lanciato l’allarme per una serie di “azioni ibride” da parte di Mosca, accusata di voler destabilizzare il Paese. Le proteste dei sostenitori di Georgescu, spesso sfociate in scontri con le forze dell’ordine, riflettono un clima politico sempre più instabile.
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