L’INGRANDIMENTO – Materassi d’oro: quanto vale il risparmio in Italia
Quanto vale il risparmio in Italia? Non è una questione banale. Tutt’altro. Squillano le trombe dell’innovazione ma, come disse quel famigerato impresario alle sue ballerine, nelle casse degli Stati, di tutti gli Stati europei, non c’è una lira. Allora, come si fa? L’idea gira da qualche tempo. Da Bruxelles a Roma: la transizione si fa coi soldi delle famiglie. Coi risparmi degli europei e degli italiani. Lo ha detto pure Draghi, lo ha ribadito anche Giorgetti. Ma a quanto ammonta questo tesoro che i cittadini, sempre più sfiduciati e meno inclini a consegnare alle banche, nascondono nei loro materassi? Stando alle stime di Unimpresa, il risparmio dei (soli) cittadini italiani ammonta a 5.732 miliardi di euro. Il dato si riferisce al primo trimestre di quest’anno e risulta in aumento di 271 miliardi (5%) rispetto allo stesso periodo del ’23 e, addirittura, sarebbe superiore del 22% rispetto al pre-Covid. Solo sui conti corrente sarebbero “parcheggiati” 1.120 miliardi. Ma in Italia, i cittadini scottati da quello che s’è vissuto nel corso degli ultimi anni tra crisi energetiche e carovita, preferiscono non immobilizzare il loro risparmio e, come ha riferito l’inchiesta Ipsos-Acri presentata in occasione della giornata mondiale dedicata per l’appunto al risparmio, preferiscono puntare tutto sulla liquidità. Il 63% delle persone preferisce leggere una cifra rassicurante nell’estratto conto, somme utili a far fronte a qualche imprevisto, piuttosto che impegnarsi in chissà che investimenti. Ed è proprio questo il problema. Almeno per chi cerca fondi, capitali, denari per pagare l’innovazione, la svolta green, tech e digitale del vecchio continente e dell’antica Italia. Convincere i cittadini a fidarsi e a sganciare.
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