Pichetto: “Le rinnovabili da sole non bastano”
Le rinnovabili salveranno il mondo ma non ci riusciranno da sole: parola del ministro all’Ambiente e alla Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Che, in diretta radiofonica a Radio anch’io, ha ribadito la necessità di pensare a una strategia energetica, da qui fino al 2050, che punti sì alle emissioni zero ma che sia in grado di funzionare sul serio. “Occorre trovare l’equilibrio tra chi afferma che deve essere tutto rinnovabile e chi dice che l’Italia è il più bel paese del mondo e non possiamo riempirlo di pannelli fotovoltaici e pale eoliche dappertutto”, ha spiegato Pichetto. Che ha aggiunto: “Quindi dobbiamo trovare un punto di equilibrio dove le rinnovabili possono fare tanto: l’obiettivo del Pniec che ho presentato prevede una crescita notevole delle rinnovabili da qui al 2030. Ma le rinnovabili producono il fotovoltaico quando c’è il Sole, l’eolico quando c’è il vento mentre la previsione degli esperti rispetto alla crescita del consumo di energia al 2050 ci dice che sarà più che raddoppiata rispetto ad oggi: solo con fotovoltaico ed eolico non si raggiunge questo”.
Non è un mistero che il ministro Pichetto Fratin, non sminuendo il ruolo strategico delle rinnovabili, rimanga un fautore dell’energia nucleare di ultima generazione. Ma la strategia energetica deve essere composita e basata su elementi di realtà. “Il fotovoltaico produce quando c’è il sole, l’eolico quando c’è il vento, mentre la previsione degli esperti, dei tecnici e degli economisti rispetto alla crescita del consumo di energia al 2050 ci dice che sarà più che raddoppiata rispetto a oggi”. Quindi, ha spiegato Pichetto: “Solo con le rinnovabili, questo dato non si raggiunge”. Si impone l’interrogativo politico per eccellenza: che fare? La risposta alla domanda del ministro è chiara: “In Italia dobbiamo porci seriamente la questione del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e naturalmente dell’inquinamento, ma dobbiamo porcelo nell’ottica di contribuire con il nostro 0,8% per essere i primi della classe, non gli ultimi”. Per il ministro occorre concentrarsi “su quelli che sono i grandi filoni di carattere ambientale: i fabbricati, i veicoli, la modernizzazione”.
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