Rinnovabili: non c’è il decollo e gli altri Paesi fanno meglio di noi
Nel 2022 l’energia delle rinnovabili è diminuita in Italia dal 21 del 2021 al 19% del fabbisogno, si dice a Ecomondo 2023 a Rimini: il trend è molto lontano dal target del 40% al 2030. Il quadro appare congelato, sia nei numeri che nei propositi di far meglio. Nel 2022 le rinnovabili elettriche sono calate dal 41% del 2021 al 35,6% della richiesta. Nel 2022 sono stati installati 3 GW di nuovi impianti per rinnovabili elettriche: in aumento rispetto alla media molto bassa degli ultimi anni, ma con l’aumento in corso, l’Italia è lontanissima dai 10-12 di GW annui di nuove rinnovabili che servirebbero per mettersi al passo con i target europei al 2030 e in ritardo rispetto agli altri grandi Paesi europei. Nel 2022, infatti, la Francia ha installato 5 GW, la Polonia 6 GW, la Spagna 9 GW e la Germania 11 GW di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici. Nei trasporti, nel 2022, sono aumentati di circa il 5% i consumi energetici e le emissioni di gas serra.
Per compiere la transizione energetica in Italia, infatti, occorre installare 100 Gw di energia rinnovabile entro il 2030. E’ quanto stima l’Alleanza per il Fotovoltaico, che riunisce i principali operatori nel settore delle rinnovabili. Al convegno “Orizzonte 2030: la transizione energetica passa per le aziende” emerge la necessità di stabilire un perimetro di certezza normativa, sbloccare i processi autorizzativi, superare i pregiudizi ideologici che rallentano lo sviluppo del settore.
E ancora: investire nello sviluppo per raggiungere gli obiettivi previsti dalla strategia nazionale in termini di approvvigionamento energetico e salvaguardia ambientale, con importanti ricadute anche dal punto di vista occupazionale.
L’Alleanza per il Fotovoltaico in Italia raggruppa otto tra i principali operatori nel settore delle rinnovabili che, con investimenti esclusivamente privati e senza ricorrere a finanziamenti pubblici, puntano a realizzare e gestire grandi impianti per l’energia da fonte solare (utility-scale), in totale sinergia con gli obiettivi e le modalità previste dalla strategia energetica nazionale (Pniec) per la diversificazione del mix energetico nazionale. Complessivamente le imprese che operano nel settore fotovoltaico in Italia detengono progetti per circa 50 GW di energia solare attualmente in fase di autorizzazione. Circa il 40% di questi progetti, quasi 20GW, è di titolarità delle imprese appartenenti all’Alleanza per il fotovoltaico.
Secondo i dati Gse e Terna, nel primo semestre 2023 è proseguito il trend di crescita sostenuta dal comparto fotovoltaico, già osservato nel corso del 2022. Al 30 giugno risultano in esercizio in Italia circa 1.426.000 impianti (+16,3% rispetto alla fine del 2022), per una potenza complessiva superiore a 27 GW. Tra gennaio e giugno 2023 sono entrati in esercizio circa 200mila impianti, un valore poco inferiore al dato relativo all’intero anno 2022. Il dato sulle installazioni mensili di marzo 2023 è tra i più alti mai rilevati.
Numeri, però, non sufficienti per il raggiungimento degli obiettivi europei e nazionali. Nel Piano per la Transizione Ecologica (Pte di marzo 2022) del Mase si prevede, infatti, di innalzare gli obiettivi del Pniec, arrivando ad un incremento del 72% di fonti rinnovabili nella generazione elettrica (obiettivo Pniec, 55%) e di installare circa 70 GW di ulteriori centrali elettriche rinnovabili entro il 2030. Se a questa previsione si aggiunge la crisi energetica causata dal conflitto in Ucraina e dalle attuali fibrillazioni geopolitiche, l’Alleanza stima che 100 GW sia la quota da raggiungere al 2030, con una media di 10 GW di nuove installazioni all’anno a fronte del trend di crescita che solo nel 2022 ha registrato una netta ripresa, con il raggiungimento dei 2 GW di nuova potenza raggiunta.
Non conforta l’Alleanza l’attuale versione del Decreto sulle aree idonee che, nel demandare alle singole Regioni l’adozione delle leggi di perimetrazione delle aree su cui sarà possibile installare gli impianti, non garantisce regole uniformi su tutto il territorio nazionale e tempi brevi per la risoluzione del problema nel medio periodo.
Ci sarebbero opportunità a livello occupazionale. Per il Censis, nei prossimi 3-4 anni si potrebbero creare 150mila nuovi posti di lavoro. Ma è un’opzione positiva finora completamente trascurata.
in questo scenario, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ribadisce intenti affermati da tempo: lo sviluppo delle energie rinnovabili, perché l’Italia vuole “diventare uno snodo energetico per il Mediterraneo”, non nascondendo la nota analisi del governo Meloni per “un processo di transizione che sia sempre realistico e ragionevole, concreto e non velleitario”, assegnando al Pniec “un percorso sostenuto, ma ragionevole e realistico”. “Presto” sarà portato in Cdm il più volte annunciato Decreto Energia. Entro novembre? “Non so la data – la risposta -, però credo proprio che dovremmo farcela”.
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