PRIMA PAGINA-Riforma della Giustizia, primo via libera: “Giornata Storica”. Intervista a Ciro Maschio
Alla Camera c’è stato il prima via libera alla riforma della Giustizia. Il centrodestra esulta per questo primo ma fondamentale tassello. “È una giornata storica – ci dice il Presidente della commissione Giustizia a Montecitorio -, un primo passo di quella che è una delle riforme più importanti di questa legislatura. Siamo tutti consapevoli della grave crisi della magistratura che è emersa con lo scandalo Palamara, un sistema fondato sulle correnti che ha pesantemente condizionato ogni attività delle toghe. Quel sistema esiste ancora, è forte e radicato. Questa riforma della giustizia affronta il nucleo fondamentale su cui si è costruito quel sistema e su cui si fonda il dominio delle correnti e ha l’obiettivo di liberare finalmente la magistratura dal condizionamento delle correnti politicizzate e restituire piena libertà a ogni singolo magistrato che deve essere soggetto solo alla Costituzione e non al potere delle correnti”.
Se il problema sono le correnti, perché si è optato anche per l’elezione dei membri del Csm di nomina parlamentare e non solo per quelli togati?
“È una giusta riflessione, tant’è vero che alcuni emendamenti avevano anche ipotizzato di ristabilire un sistema elettivo per la componente di prerogativa parlamentare, però si è ritenuto di creare un modello omogeneo sia per la parte togata che per la parte laica. Personalmente ritengo che per la componente laica si sarebbe anche potuto lasciare un meccanismo elettivo diretto da parte del Parlamento”.
La riforma della giustizia ha avuto il sostegno anche di alcuni partiti di opposizione, mentre Italia viva si è astenuta chiedendo alcune modifiche…
“Italia Viva si è sicuramente posta con un atteggiamento di dialogo e costruttivo di cui va dato atto. Auspichiamo si possa intensificare il dialogo e che si possano riprendere in altra sede alcuni rilievi migliorativi che non solo Italia Viva ma anche alcuni partiti della maggioranza avevano in mente. Credo, però, che avendo a cuore l’effettiva approvazione di questa riforma entro le finestre che ci consente la legislatura, immaginare modifiche nelle prossime tre letture al Senato e alla Camera sia difficile. Se ci sarà una maggioranza più ampia fino ai due terzi nei prossimi passaggi parlamentari tanto meglio, si eviterebbe il referendum, altrimenti siamo convinti che su questo tema ci sia nell’elettorato italiano una forte sensibilità e che quindi anche il passaggio referendario sarà favorevole”.
Per quanto riguarda invece il Pd, ha perso l’ennesima occasione?
“Sicuramente sì. Il ministro Nordio ha ricordato come una commissione bicamerale presieduta da D’Alema avesse proposto qualche anno fa la costituzione di un’Alta Corte disciplinare. Abbiamo visto in passato parlamentari del Pd sottoscrivere appelli delle camere penali a favore della separazione delle carriere, salvo poi fare una inspiegabile inversione a U su una linea di opposizione dura e di presidio del fortino delle correnti politicizzate della magistratura. Una sorta di sponda parlamentare delle falangi più politicizzate della magistratura”.
Il centrodestra, a partire dai governi Berlusconi, prova a fare la riforma della giustizia da oltre vent’anni, siete soddisfatti?
“E’ una grande soddisfazione e fa piacere anche pensare di poter realizzare a partire da oggi una riforma così a lungo attesa e così auspicata a suo tempo anche da Silvio Berlusconi, le cui maggioranze erano purtroppo pesantemente condizionate anche dalle vicende processuali del Presidente, che è stato bersagliato da una quantità smisurata di processi poi tutti conclusisi con archiviazioni o assoluzioni. Oggi questo problema non c’è, come hanno incredibilmente ricordato anche alcuni magistrati politicizzati che hanno definito il Presidente Meloni più pericolosa in quanto meno ricattabile e più libera, animata da motivazioni solo politiche e non condizionata da vicende personali. I magistrati delle Torri Rosse che hanno affermato queste cose lo hanno fatto in termini negativi, ma in realtà è un fatto positivo ed è la conferma della determinazione con cui questa maggioranza andrà avanti. Ci sono i numeri, ci sono i tempi, c’è la volontà, stanno arrivando i fatti concreti”.
La separazione delle carriere riuscirà a mettere davvero sullo stesso piano accusa e difesa?
“L’obiettivo è questo, realizzare un perfetto equilibrio come previsto dal modello del processo accusatorio che è in vigore nel nostro codice di procedura penale che vede una parità di condizioni tra accusa e difesa di fronte a un giudice che sia terzo ed equidistante. Attualmente, con la condivisione delle stesse dinamiche all’interno della stessa carriera tra giudici e Pm non sempre c’è questa garanzia di terzietà o di totale indipendenza di giudizio da parte dei giudici rispetto ai magistrati, quindi la separazione delle carriere può essere un importante passo avanti in questa direzione come del resto avviene nella gran parte, se non quasi nella totalità, degli ordinamenti europei e occidentali”.
Lunedì ricorre la prima giornata del rispetto, un’iniziativa di Fratelli d’Italia.
“Il 20 gennaio è la prima giornata del rispetto dedicata a Willy Monteiro. Ci commuove ancora pensare alla sua vicenda. Willy Monteiro è diventato il simbolo di tutti i ragazzi, di tutte le persone vittime di bullismo, in questo caso in un episodio estremo, ma tanti altri ce ne sono che non arrivano all’uccisione, ma che consumano delle tragedie sulla pelle di persone più deboli. Abbiamo quindi approvato all’unanimità, e questo ci fa piacere sottolinearlo, la proposta di legge sul bullismo e il cyberbullismo, istituendo anche questa giornata, confidando possa aiutare ad intervenire non solo sul fronte della repressione delle condotte di bullismo e cyberbullismo, ma anche su quella della prevenzione per diffondere una sensibilità e una cultura del rispetto che possa prevenire a monte il crescendo di atti di bullismo che portano a distruggere la vita di tante persone più fragili”.
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