Attualità

Rifiuti spaziali, che l’Ama del cielo ci aiuti!

di Andrea Nido -

epa09834214 A handout photo made available by the official website of the Russian State Space Corporation ROSCOSMOS shows Russian Soyuz MS-21 spacecraft, carrying the crew of Roscosmos cosmonauts Russian commander ?leg ?rtemyiv (C), flight engineers Denis ?atveev (R) and Sergei Korsakov (L), blasts off to the International Space Station (ISS) from the Russian leased Baikonur cosmodrome, Kazakhstan, 18 March 2022. EPA/ROSCOSMOS PRESS SERVICE / HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES


COSE DELL’ALTRO MONDO: RIFIUTI SPAZIALI

“Nonostante sia trascorso quasi un anno dalla scomparsa iniziale dei pomodori, il frutto è stato trovato in un sacchetto di plastica disidratato e leggermente schiacciato”. Non è una frase pronunciata in un reality culinario, ma un vero e proprio comunicato della Nasa. L’Agenzia ha dato la colpa dello smarrimento ortofrutticolo, proveniente da una coltura sviluppata a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, l’Iss, all’astronauta Frank Rubio, il quale ha perso i pomodori durante una fase dello studio sulle colture vegetali a gravità zero. Ma quello che può succedere a tutti noi in cucina, e che ovviamente in un ambiente casalingo non produce effetti dannosi, nello spazio potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Qualche settimana fa, due astronaute dell’Agenzia Spaziale statunitense, Jasmin Moghbeli e Loral O’Hara, hanno smarrito non un paio di pomodori, ma una intera borsa di attrezzi, durante una Eva, Extra-vehicular activiy, ossia un’attività che si effettua all’esterno della Iss. E ora la Terra ha un “satellite” in più in orbita, che viaggia a oltre trentamila chilometri orari ed è costituito da trapani, chiavi inglesi e altri utensili chiusi nella borsa delle riparazioni. Il recupero di questa attrezzatura non viene preso nemmeno in considerazione dalla Nasa.
Il materiale, dunque, entrerà a far parte di tutta quella spazzatura che gli addetti ai lavori chiamano detriti spaziali. Il problema è che l’orbita bassa terrestre, ovvero quello spazio compreso tra i duecento e i duemila chilometri di altezza, è satura di questa immondizia, composta per lo più da metalli. Molti di voi potrebbero pensare che lo spazio è talmente vasto che qualche decina di migliaia di chili di robaccia rappresentino soltanto una goccia d’acqua in un oceano infinito. La questione invece non è così banale, se si considera che un proiettile calibro nove, sparato da un’arma, può perforare una lamina di acciaio spessa tre millimetri e viaggiare a una velocità trenta volte più bassa di questi rifiuti spaziali, che tra l’altro hanno dimensioni anche molto più grandi delle normali munizioni. E la Stazione spaziale Iss, che orbita proprio in questa fascia a circa quattrocento chilometri di altezza, qualora venisse colpita diventerebbe un gigantesco scolapasta cosmico. Che l’Ama ci aiuti!


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