Ricostruzione di guerra a Berlino. Tajani promette soldi e armi
L’Italia darà all’Ucraina soldi e armi. “Voglio annunciare un nuovo pacchetto da 140 milioni di euro per interventi sulle infrastrutture, ferrovie, salute, agricoltura e lo sminamento. E’ l’ultima decisione del governo, e ci sono anche 45 milioni per la ricostruzione di Odessa, oggi firmeremo un memorandum per la cooperazione in questo ambito”. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina a Berlino. “Per l’Italia è importante sostenere la ricostruzione della cattedrale” della città “che sentiamo italiana”, ha aggiunto Tajani. Nuove forniture belliche in arrivo: “La prima strategia per la ricostruzione dell’Ucraina è proteggere le infrastrutture ucraine attraverso sistemi di difesa aerea, e l’Italia è pronta a inviare nuovi aiuti militari con una batteria Samp/T”.
Nel corso dell’evento, le autorità ucraine hanno battuto di nuovo cassa: “La ricostruzione dell’Ucraina parte” necessariamente “dalla difesa aerea”, ha sottolineato il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, sollecitando i partecipanti ad imitare “l’esempio della Germania nella fornitura di ulteriori sistemi di difesa aerea”.
I servizi speciali russi (Fsb) hanno accertato il coinvolgimento dell’intelligence militare ucraina nell’attacco terroristico al Crocus City Hall di Mosca, avvenuto il 22 marzo scorso. Lo ha riferito il presidente del Comitato nazionale antiterrorismo (NAC) e direttore dell’Fsb, Aleksandr Bortnikov, durante una riunione del Nac.
Gli Stati Uniti consentiranno alla Brigata Azov di utilizzare le armi date a Zelensky per combattere conto le forze russe. A renderlo noto è stato il Dipartimento di Stato americano dopo l’eliminazione di un bando emesso nel 2014, dovuto alle preoccupazioni sulla “natura” del gruppo militare ucraino.
Mosca giudica in modo “estremamente negativo” la decisione degli Usa di togliere il bando alla consegna di armi americane al battaglione neonazista. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Stiamo parlando di ultranazionalisti, unità ultranazionaliste armate”, ha affermato il portavoce, e la mossa mostra che gli Usa “sono pronti anche a flirtare con i neonazisti” per colpire la Russia.
Torna alle notizie in home