Economia

Tim: inammissibile il ricorso Vivendi sulla vendita della rete a Kkr

di Giovanni Vasso -


Il ricorso proposto da Vivendi contro Tim sulla cessione della rete fissa al fondo americano Kkr è inammissibile. La dichiarazione è arrivata dai giudici del tribunale di Milano cui si erano rivolti i francesi per bloccare la cessione. Le richieste di Vivendi riportate all’interno di la declaratoria di invalidità della delibera del Cda di TIM del 5 novembre 2023 di approvazione dell’offerta per la cessione della rete fissa presentata da Kkr, hanno spiegato i magistrati della quindicesima sezione civile in un comunicato, risultano “inammissibili per difetto di interesse ad agire e di legittimazione ad agire”.  In pratica, non spetta a loro opporsi all’operazione né sindacare sull’effettivo interesse. La pronuncia dei magistrati mette, per il momento, la parola fine alla vicenda che aveva tenuto sulle spine gli azionisti di maggioranza di Tim. La cessione della rete a Kkr non si tocca. Ma, a questo punto, si aprono nuove ipotesi sulla permanenza degli stessi francesi nella compagine società della società di telecomunicazioni. La famiglia Vivendi, nei mesi scorsi, ha proceduto a una sorta di ricostituzione delle sue partecipazioni che, per il momento, sembrava aver lasciato fuori dalla riorganizzazione proprio Tim. Una partecipazione importante, pari al 23,75 del capitale ordinario e del 17,04% di quello complessivo. Che, stando a quanto riportò Bloomberg, avrebbe potuto ingolosire diversi fondi interessati ad entrare nel capitale sociale di Tim, dai britannici di Cvc Capital Partners fino agli americani di Bain Capital. Ora che il ricorso Vivendi sulla decisione dei vertici Tim di vendere la rete a Kkr è stato dichiarato inammissibile, si riaprono scenari e strategie da cui arriverà il futuro prossimo di una delle società strategiche per il quadro economico e produttivo del Paese.


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