Ricomincio da tre il primo film di Massimo Troisi
Nel giugno 1994, all’età di 41 anni, viene a mancare Massimo Troisi, attore napoletano, considerato da molti l’erede di Totò ed Eduardo. Dopo una lunga gavetta in piccoli teatri parrocchiali, nella sua San Giorgio a Cremano, Massimo incontra Lello Arena ed Enzo De Caro, insieme danno vita a La Smorfia. I tre attori, repentinamente, riescono a uscire dai confini della loro Napoli e conquistano il pubblico nazionale, grazie alla trasmissione televisiva Non stop. Il passaggio dal piccolo al grande schermo è immediato e Massimo Troisi scrive, dirige e interpreta il suo primo film, Ricomincio da tre.
La trama di Ricomincio da tre
Gaetano è un giovane timido che vive a Napoli con la sua famiglie e gli amici di sempre. Quando capisce che è arrivato il momento di cambiare aria, Gaetano decide di fare le valigie e trasferirsi a Firenze, dove vive sua zia. Qui incontra Marta, con il quale nasce un certo interesse.
Dalla televisione al cinema
È il 1979, quando Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo De Caro fanno il loro debutto televisivo con la trasmissione Luna Park, condotta da Pippo Baudo. Il vero successo, però, arriva con Non Stop, con la conduzione di Giovanni Battezzato. Con questa trasmissione, andata in onda su RAI 1 tra il 1977 e il 1979, il trio de La Smorfia entra nelle case degli italiani e loro sketch sono tutt’ora ricordati, dopo più di quarant’anni.
Le preghiere a San Gennaro per la vincita al lotto, l’Annunciazione e lo scanzonato dialogo tra Troisi e Dio, solo per fare qualche esempio, conservano, ancora oggi, una particolare inventiva comica. Umorismo, ma soprattutto tanta, tanta originalità artistica, fanno di Troisi, Arena e De Caro i più promettenti attori nella scena italiana, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta.
La genesi di Ricomincio da tre
La Smorfia viene apprezzata dal pubblico e molto presto il cinema inizia a mostrare interesse per il trio napoletano. È Mauro Berardi, produttore di Sergio Citti, Casotto e Due pezzi pane, di Roberto Benigni, Il piccolo diavolo e di Mario Martone, Laggiù qualcuno mi ama, film documentario realizzato nel 2023, per omaggiare Massimo Torisi; a farsi avanti e proporre il debutto cinematografico.
Molti produttori corteggiano il trio con l’obiettivo di portare sul grande schermo i loro esilaranti sketch. Troisi, però, ha intenzione di effettuare una frattura con il cabaret e girare un film in grado di inaugurare una nuova fase artistica. Questo rende tutto più difficile e il solo che continua a credere al progetto è Mauro Berardi che si mette alla ricerca di fondi e ottiene la collaborazione di Fulvio Lucisano. Le difficoltà iniziali del progetto sono superate ed è tutto pronto per dare l’avvio al primo film di Massimo Troisi.
Massimo Troisi e Anna Pavignano
Nel corso degli anni, l’artista Napoletano ha scritto tanto. Ricordi d’infanzia, impressioni e opinioni su tutto ci che lo circonda. Da questo materiale Troisi vuole estrarre la storia da raccontare nel suo primo film, ma dare un ordine a questo immenso bagaglio artistico e soprattutto intimo, non è semplice. La produzione lo affianca a un sceneggiatore esperto, purtroppo senza ottenere il risultato sperato. È qui che entra in scena Anna Pavignano che resterà accanto a Massimo Troisi per tutta la sua carriera cinematografica.
I due iniziano a ingranare e passo dopo passo si ritrovano a scrivere una storia non autobiografica, ma molto personale. Ricomincio da tre racconta avvenimenti partoriti dall’invettiva comica di Massimo Troisi, ma che hanno una forte corrispondenza con la realtà degli anni Ottanta.
Il grande successo
Il film esce nelle sale il 5 marzo 1981 e ottiene un successo straordinario. Con un budget di circa quattrocento milioni delle vecchie lire, Ricomincio da tre incassa al botteghino quindici miliardi, è il film più visto della stagione cinematografica italiana e in alcune sale resta in programmazione per quasi un anno e mezzo.
Il successo sorprende tutti, per un film che, secondo alcuni, non riesce a farsi capire al di fuori dei confini regionali. Ricomincio da tre è girato interamente in napoletano, ma viene apprezzato in tutta Italia e ben presto anche la critica inizia a lodare la pellicola che si aggiudica due David di Donatello, uno come Miglior film e l’altro come Miglior attore protagonista, assegnato, ovviamente, a Massimo Troisi nel ruolo di Gaetano.
L’attore napoletano, insieme alla preziosa Anna Pavignano, scrive un film tenero, genuino e immancabilmente comico. La risata è immediata, attraverso le innumerevoli battute recitate con naturalezza, senza forzature e quando la lingua napoletana diventa troppo ostica, ci pensa Massimo – Gaetano a farla comprendere, con la sua unica gestualità e una micro – mimica ironica e mai fine a sé stessa.
… emigrante?
Massimo Troisi, con il suo primo film, riesce a far ridere a crepapelle il pubblico, ma allo stesso tempo realizza una malinconica fotografia degli anni Ottanta.
Ricomincio da tre, a parte le prime scene, è interamente girato a Firenze, dove il timido Gaetano ha deciso di traferirsi, per dare una svolta alla sua vita. Lui desidera viaggiare, per conoscere e fare nuove amicizie, tutti, però, lo considerano un emigrante. È su questo è basato uno dei tanti tormentoni del film. Massimo Troisi, in questo modo, gioca, scherza con sé stesso e con il pubblico, su un tipico stereotipo sui napoletani che possono allontanarsi dalla propria città solo per immigrare. Il Gaetano di Ricomincio da tre, invece, si mette in viaggio per confrontarsi con il nuovo, con tutto quello che non ha voluto o potuto conoscere fino a quel momento. Oppresso e annoiato dalla sua famiglia e dal padre che non lo ha mai apprezzato, oscurato da un bambino, suo vicino di casa a Napoli, che, a soli otto anni, sapeva le tabelline a memoria, conosceva le capitali di tutto il mondo, sapeva fare l’addizione, la sottrazione, la moltiplicazione, la divisione e suonava pure il pianoforte. Davvero troppo per il povero e impacciato Gaetano.
La malicommedia
Il ritmo e il tono sono da commedia, ma si percepisce un sentore malinconico, una certa nota agra, un’inadeguatezza vissuta dal suo protagonista e nascosta, non del tutto, dietro la comicità. È per questo che Massimo Troisi, con il suo primo film, viene accostato alla nascente malicommedia italiana, che, proprio a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, inizia a muovere i primi passi, con attori e registi, come Carlo Verdone, Francesco Nuti e, in parte, Roberto Benigni.
Questa caratterista agrodolce di un certo cinema italiano di allora emerge soprattutto nel rapporto con la donna e in Ricomincio da tre, Gaetano incontra Marta. Interpretata da Fiorenza Marchegiani, Marta è un’infermiera di un Centro di salute mentale, è una ragazza emancipata, a tratti femminista e a differenza di Gaetano si mostra molto sicura di sé stessa.
Marta e Gaetano
Marta e Gaetano si piacciono subito e il loro diventa l’incontro, scontro di due mondi diversi, dove l’uomo non è più capace di esprimere, apertamente, il proprio interesse, lasciando alla donna la possibilità di fare il primo passo. Il risultato è un spassoso cortocircuito.
Gaetano si mostra impacciato già nel primo incontro con Marta, quando vorrebbe stringerle la mano, per poi ritirarla. Ma l’apice della comicità si raggiunge dopo poco. il protagonista di Ricomincio da tre è tra le strade di Firenze e scorge la ragazza in lontananza.
Affrontarla direttamente è troppo per lui e allora decide di correre per fare il giro dell’isolato e far credere che l’incontro sia avvenuto per caso. Peccato, che quando i due si incrociano Gaetano non ha più fiato. Una sequenza tanto riuscita da essere imitata da almeno una decina di altri film.
Il cast
Massimo Troisi in Ricomincio da tre può contare su un cast eccezionale, oltre a Florenza Marchegiani, al film partecipano Lino Troisi (omonimo di Massimo), che aspetta il miracolo della ricrescita di una mano; Marco Messeri, il pazzo che vuole essere Gianni Agnelli o Alain Delon; Michele Mirabella, il suicida; Renato Scarpa, il complessato e ovviamente Lello Arena, nei panni di Raffaele Sodano, amico del cuore di Gaetano.
Il primo film scritto, diretto e interpretato da Massimo Troisi ottiene senza ombra di dubbio un Buona la Prima! il lungometraggio utilizza il potere della commedia per svelare un’intimità colma di malinconia. Il regista, autore e protagonista del film riesce a tratteggiare il profilo di una Nuova Napoli che, partendo dai suoi luoghi comuni, giunge a un approdo innovativo, estraneo dal classico mondo della criminalità e del folclorismo semplicistico.
È vero che Ricomincio da tre pecca per una regia spesso statica, più teatrale che cinematografica, è per questo Massimo Troisi è accostato da un esperto direttore della fotografia, Sergio D’Offizi che, in tutti i modi, ha cercato di tradurre in immagini la vicenda di Troisi, che non è per nulla interessato all’aspetto tecnico del suo primo film.
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