Politica

Renzi-Meloni, Poli Bortone: “Patto possibile, ma niente furbetti”

di Edoardo Sirignano -

ADRIANA POLI BORTONE POLITICA


“Patto possibile tra Renzi e Meloni, ma stavolta niente furbetti”. A dirlo Adriana Poli Bortone, già sindaco di Lecce e ancora oggi presidente di “Io Sud”.

Che idea si è fatta rispetto alla prima donna premier?

Trovo Meloni capace, volitiva, tenace e preparata. Pur dovendosi confrontare con mille difficoltà ereditate da chi l’ha preceduta e con cui neanche pensava di imbattersi prima di salire a Palazzo Chigi, riesce a muoversi bene. In particolare, in politica estera, sta ottenendo ottimi risultati per l’Italia. Grazie ai suoi rapporti, ha acquisito una credibilità, che nessuno si aspettava.

Può diventare anche un riferimento per i centristi?

Assolutamente! Fratelli d’Italia non è più la destra sociale nella quale abbiamo militato noi anziani per tanto tempo. È un partito moderno, vicino all’Europa, alla Nato e chiaramente al centro. Per questa ragione, può aspirare ad entrare nel Partito Popolare Europeo.

Lei è stata da sempre moderata. Questo mondo può ancora ritrovarsi? Chi può essere il riferimento?

Vedo bene anche Renzi in questo ruolo. Non ho mai capito perché sia andato a sinistra. Credo, comunque, ci sia stato un ripensamento da parte sua. Detto ciò, Fratelli d’Italia sta occupando una buona parte del centro. Al suo interno, c’è una parte abbastanza importante che non si riconosce nella destra. C’è più di qualche ministro che viene da altre esperienze politiche. Basti pensare a Raffaele Fitto, che sta facendo molto bene rispetto a una delega difficile da gestire.

Sarebbe, quindi, auspicabile un’intesa tra Meloni e Italia Viva?

Se Renzi fosse più chiaro e deciso, potrebbe esserci una collaborazione sin da subito. In Italia, in fin dei conti, c’è bisogno di governi che siano sempre più forti e radicati. Se si dovesse allargare la maggioranza, lo vedrei come un fatto positivo, purché ci siano rapporti trasparenti. Sono contraria ad ammucchiate, dove le contraddizioni prevalgono sulle convergenze.

Questione cruciale per l’esecutivo è l’Autonomia. Che idea si è fatta rispetto a quanto proposto da Calderoli?

Calderoli fa da tempo il suo mestiere. Ha avuto, però, la strada spianata da una normativa voluta e sponsorizzata dalla sinistra. Mi riferisco alla legge 3 del 2001, voluta dall’esecutivo Amato per spiazzare la Lega. Da quel momento in poi sono passati 22 anni e nessuno ha pensato di modificarla. A meravigliarmi, oggi, quindi è come i progressisti tentano di mobilitare le piazze contro una loro normativa, senza avere l’onestà intellettuale di dire che ci hanno ripensato. Detto ciò, su quanto proposto da Calderoli, da meridionalista convinta, ho qualche dubbio. Ho una mia visione di Mezzogiorno, che non deve essere né assistito, né clientelare. Penso che un’Autonomia, fatta come è stata proposta dalla Lega, non porti a risultati positivi. Il difetto di base è la non chiarezza sui Lep (livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi). Questi dovrebbero essere definiti. Corre, poi, chi sa farlo meglio. Se i nostri bravi governatori del Sud avessero avuto voglia di fare, non avrebbero timori a concorrere con gli altri. Non bisogna criticare a prescindere. È sbagliato.

Altra questione annosa quella dei migranti, scaricati, ancora una volta, sull’Italia. Non ci troviamo di fronte a un’Europa matrigna?

Siamo di fronte a un’Europa che non ha voluto essere consapevole di un fenomeno che sarebbe diventato un fatto esponenziale, come lo è oggi. La cosa che mi dispiace è che se facessimo i conti da quanti anni ci sono delle nazioni che hanno cercato di intervenire in termini finanziari nei Paesi sottosviluppati, mi chiedo dove siano finiti tutti quei denari? Che tipo di sviluppo abbiamo creato da quando abbiamo posto in essere la nostra Costituzione? Se la gente trovasse condizioni di lavoro laddove è nato non verrebbe ad occupare altri posti. Il fatto, poi, che ci sia una circolazione di uomini e donne di qualunque razza, colore e religione, è sinonimo di civiltà. In questo caso, però, parliamo di un esodo di massa di povera gente, costretta finanche a delinquere pur di sbarcare il lunario. Rivedrei, dunque, tutta la cooperazione internazionale per vedere quali effetti ha prodotto. Ci saranno dei responsabili? Troppo facile vedere il risultato finale. Semplice dire che da quando c’è Meloni aumentano gli sbarchi. Il problema oggi ci sarebbe stato a prescindere. Non è stato, invece, affrontato alla base.

Stesso discorso vale per l’integrazione delle donne. C’è ancora tanto da fare, considerando gli ultimi fatti di cronaca…

C’è un’involuzione a riguardo. Lo vediamo dalle cose drammatiche che accadono a giorni alterni. Non saprei, però, quale ricetta assumere. Bene Nordio quando dice che chi ha una cultura differente dalla nostra Costituzione si deve adattare, ma allo stesso tempo non dimentichiamo che stiamo parlando di chi quando arriva in Italia ha un’idea della donna solo come soggetto atto a riprodursi e niente più. Mi sento, dunque, imponente a suggerire qualsiasi tipo di soluzione. L’unica speranza è che in un mondo globale come il nostro, fra qualche decennio, si comincino ad assimilare dei modi comportarsi e un rispetto della persona, che non può essere certamente uguale in tutto il pianeta, ma che deve certamente rispecchiare determinati standard.

Si avvicinano, intanto, le europee. Che ruolo svolgerà? Sarà candidata?

Non sarò in campo. Cercherò di individuare, invece, qualche soggetto legato alle tematiche meridionali. Grazie all’incapacità delle nostre Regioni, abbiamo avuto un arretramento non solo in termini economici, ma di utilizzo delle risorse comunitarie. In Puglia, ad esempio, c’è stata una catastrofe per quanto concerne l’agricoltura. Mi piacerebbe riuscire a mandare in Europa qualche persona che si interessi di tali questioni e le sappia portare avanti con cognizione di causa. Da persona di centrodestra, ovviamente cercherò di guardare prima all’interno della coalizione.

Ha preferenze tra i vari Meloni, Salvini e Tajani? Tra i partiti della coalizione conservatrice c’è qualcuno che preferisce?

In ogni partito ci sono persone che funzionano bene e altre meno. Vedo, comunque, che si sta compiendo uno sforzo per andare avanti insieme. Ciò non è scontato. Stiamo parlando di forze che provengono da estrazioni politiche differenti.


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