L’ANALISI – Renew per ora è senza idee
di LUIGI TIVELLI
Ed uno dei pochi che credono da sempre in quel manifesto di Ventotene di Altiero Spinello e Ernesto Rossi, che, anche per me, è ancora oggi il radar fondamentale con cui guardo alle questione europee.
Credo poi che anche io in Francia voterei tranquillamente Macron. Il problema è però che l’intervista di Gozi è sull’Italia e non vi ho trovato praticamente niente: non vi ho trovato un’idea, una proposta, dei contenuti concreti, né spunti programmatici. Non vorrei che il pur ottimo Gozi fosse stato in qualche modo annientato, nei mesi scorsi, da quella sorta di “binarcisismo muscolare” che, tra Renzi e Calenda, ha contribuito ad abbattere ormoni e cromosoni per lo sviluppo di quella terza forza in cui anche io, ad esempio, non ho mai smesso di credere. Anche in Gozi non trovo però senso della memoria storica, così come in buona parte di quei soggetti, prodotti o briciole sfornate ai fini di un Terzo Polo. Né trovo quel senso di obbiettivi, di contenuti programmatici di questa possibile Terza Forza. Eppure, basterebbe rileggere i sette punti del Partito d’Azione, recuperare gli atti di qualche convegno degli Amici del Mondo, a fine anni 50’e a fine anni 60’. Attingere ad Ernesto Rossi per la polemica economica (e a Gaetano Salvemini), a Francesco Compagna e Guido Dorso sulla questione meridionale, che in seno al possibile Terzo Polo nessuno sembra conoscere. Se non si attinge, infatti, alla storia, se non si privilegiano le policies (i contenuti), invece della “politics”, che alla fin fine è politica politicante, mi pare che si tenda a continuare con gli atomi divisi del Terzo polo e non si capisce su quali basi può nascere l’aggregazione e perché i cittadini lo potrebbero votare. Onestamente uno dei pochi segnali che vedo in seno al Terzo Polo è, per ora, il Patto Repubblicano per l’Italia, siglato da Azione di Calenda e dal piccolo ma glorioso e più antico partito italiano (che dal 1895 mantiene nome e il simbolo dell’edera) il Partito Repubblicano Italiano. Mi sembra un segnale positivo, specie se l’accordo, avverrà su sane basi programmatiche, e su precisi contenuti. Credo che Gozzi, sia in grado di capire questo, anche perché da giovane nella sua Romagna, vedeva che, il secondo partito con più voti della Democrazione Cristiana, era appunto, fino agli anni 80’, il Partito Repubblicano di Ugo La Malfa e Giovanni Spadolini. Un partito che, guarda caso, si caratterizzava, rispetto a tutti gli altri, per essere il “partito dei contenuti” e che, proprio sui contenuti e su programmi concreti, basava le sue alleanze politiche. Mi pare proprio questo ciò che manca al Terzo Polo. Un aspetto fondamentale per superare quella saga del “binarcisismo muscolare”, quei “narcisismi” e “solipsismi”, che operano con una piccola fiera di veti, in seno a quella possibile aggregazione. In cui non si sente quasi parlare di vere policies, di contenuti concreti e sane politiche pubbliche. Mi pare, infatti, che così si contribuisca solo a quella troppa politics che i cittadini non sopportano più, quel cicaleccio politico continuo, assordante e ripetitivo a quella congrega di dichiarazionisti in servizio permanente effettivo, che vediamo tutti i giorni. Magari si possano superare veti, contrapposizioni. Ma questo può essere fertile e produttivo, solo se avviene su temi, proposte, policies concrete, per l’Europa e non poco per l’Italia, perché non può bastare il logo, pur importante e apprezzato di “Renew Europe” per rinnovare l’Europa, e tanto meno l’Italia, che di vero rinnovamento tanto ha bisogno.
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