Cronaca

Renato Vallanzasca può lasciare il carcere, ecco perché

di Cristiana Flaminio -


Dopo 52 anni di reclusione, Renato Vallanzasca lascia il carcere. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano. I magistrati hanno accettato un’istanza di differimento della pena, proposta dai legali dell’ex capo della banda della Comasina approvata dalla Procura generale dello Stato. La richiesta è stata proposta a fronte dello stato di “grave decadimento cognitivo” che affligge l’ex bandito milanese, oggi 74enne. Dopo più di mezzo secolo passato tra le sbarre, Renato Vallanzasca lascerà il carcere di Bollate, a Milano, e sarà trasferito in una Rsa specializzata nel trattamento di pazienti affetti dal morbo di Alzheimer che si trova nel Padovano. Un’istanza simile, poco più di un anno fa (era maggio 2023) era stata già respinta perché non si sarebbe trovata, all’epoca, una struttura idonea ad ospitare uno dei banditi più efferati e “famosi” d’Italia. Renato Vallanzasca, oltre a essere diventato pittore e a scrivere libri e a vedersi “dedicato” un film sulla sua vita (L’Angelo del Male), è stato protagonista di due decenni di criminalità. Dagli anni ’70 agli anni ’80. Ha vissuto la nascita e il tramonto di una generazione nuova di criminali, ha visto da vicino (e raccontato, a modo suo) l’Italia a tinte nere, i misteri di un Paese visti alla luce del “sole a scacchi”. Vallanzasca è stato condannato complessivamente a quattro ergastoli e quasi tre secoli di carcere (per la precisione 295) con le accuse di omicidio, sequestro di persona e numerose rapine a mano armata.


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