Regolamento Ue imballaggi, passano le modifiche. Rinviata la questione pesticidi. E i Pfas diventano fuorilegge
A maggioranza, la posizione negoziale del Parlamento Europeo sulla proposta di regolamento Ue sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi è stata approvata nella plenaria a Strasburgo, con 426 voti favorevoli, 125 contrari e 74 astenuti. Il voto sul rapporto del relatore è arrivato dopo la votazione di una lunghissima serie di emendamenti.
Esulta su X il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Oggi al Parlamento europeo grande vittoria di Forza Italia e del Ppe con importanti modifiche al regolamento. Bloccata la deriva populista sul riuso spinto che penalizza industria e agricoltura”.
Poco prima del voto in Aula, gli eurodeputati della Lega avevano promosso un flash mob contro la proposta di regolamento Ue “che punta ad aumentare il riuso, piuttosto che il riciclo, per ridurre la produzione di rifiuti – hanno affermato -. Sono migliaia gli emendamenti presentati: l’eurodeputata del M5S Maria Angela Danzì ha denunciato la forte pressione dei lobbisti in questi giorni sui parlamentari, inseguiti persino “al bar”. Gli europarlamentari della Lega portavano cartelli con le scritte “Salviamo le imprese italiane” e “Salviamo i posti di lavoro”.
L’Italia ha finora ampiamente raggiunto e superato gli obiettivi Ue sul riciclo, creando una filiera produttiva e un settore produttivo composto nel 2020 da 4.800 imprese, che per i tre quarti fanno del riciclo dei rifiuti la loro attività principale, generando un valore aggiunto di 10,5 miliardi di euro e impiegando ben 236.365 addetti: questi i dati della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile nel Rapporto sul Riciclo in Italia del 2022 richiamati dalla protesta della Lega sull’iniziale proposta del Regolamento Ue formulata quando un anno fu ne fu principale artefice l’allora vicepresidente con delega al Green Deal della Commissione europea Frans Timmermans, lanciandola parlando in italiano, dimessosi nell’agosto scorso per partecipare alla competizione elettorale nel suo Paese. .
Le modifiche richieste dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso arrivato a Strasburgo per concertare un’azione comune di tutte le delegazioni italiane nel Parlamento europeo, vertevano essenzialmente su due punti: i target di riutilizzo e il divieto del packaging monouso.
Nel testo approvato, la modulazione dei target per la riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi proposti nel regolamento: il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040. I deputati hanno poi proposto obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040).
I deputati vogliono vietare la vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo. E intendono inoltre limitare fortemente l’uso di alcuni formati di imballaggio monouso, le confezioni in miniatura degli hotel per i prodotti da toilette e le pellicole termoretraibili per le valigie negli aeroporti.
Per prevenire effetti negativi sulla salute, i deputati chiedono pure di vietare l’uso delle cosiddette “sostanze chimiche per sempre” aggiunte intenzionalmente (sostanze alchiliche per- e polifluorurate o Pfas) e del bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti.
Per incoraggiare il riutilizzo e le opzioni di ricarica per i consumatori, nel testo adottato i deputati chiariscono i requisiti per il riutilizzo o la ricarica degli imballaggi. I distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore della ristorazione (inclusi hotel, ristoranti e bar) dovrebbero offrire ai consumatori la possibilità di portare e utilizzare il proprio contenitore.
Ai fini di una migliore raccolta e riciclaggio dei rifiuti di imballaggio, le norme adottate prevedono che tutti gli imballaggi siano riciclabili e rispondano a una serie di criteri rigorosi da definire attraverso la legislazione secondaria. Sono previste alcune eccezioni temporanee, ad esempio per gli imballaggi alimentari in legno e cera.
I deputati vogliono infine che i Paesi dell’Ue garantiscano la raccolta differenziata del 90% dei materiali contenuti negli imballaggi (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) entro il 2029.
La relatrice Frédérique Ries (Renew, BE) ha così commentato il voto: “Il Parlamento sta inviando un messaggio forte a favore di una revisione completa del mercato europeo degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio. Questa legislazione è essenziale per la competitività e l’innovazione europea e allinea le ambizioni ambientali alla realtà industriale. Insieme a politiche efficaci di riutilizzo e riciclaggio, ci assicuriamo che gli imballaggi siano sicuri per i consumatori, aggiungendo il divieto di utilizzare sostanze chimiche nocive negli imballaggi alimentari, in particolare i Pfas”.
Le prossime tappe, dopo questo voto sul Regolamento Ue, prevedono che il Parlamento avvii i colloqui con i governi nazionali sulla forma finale della legge, una volta che il Consiglio avrà adottato la sua posizione.
In Europa, nel 2018, gli imballaggi contavano per un fatturato di 355 miliardi di euro. E’ una fonte di rifiuti in costante aumento: il totale dell’Ue è passato da 66 milioni di tonnellate nel 2009 a 84 milioni di tonnellate nel 2021. Nello stesso anno, ogni europeo ha generato 188,7 kg di rifiuti di imballaggio, una cifra che si prevede aumenterà a 209 kg nel 2030 in assenza di misure.
Rilevanti anche gli effetti del voto sulla questione pesticidi. Il Parlamento ha di fatto rinunciato ad avere una propria posizione negoziale sulla proposta di regolamento avanzata dalla Commissione per promuovere un uso sostenibile dei pesticidi e per ridurre l’uso di tutti i pesticidi chimici nell’Ue almeno del 50% entro il 2030. Il testo è stato emendato talmente tanto che il relatore ha chiesto di rinviarlo in commissione Envi, ma la proposta è stata bocciata. La prima lettura per il Parlamento è ora conclusa: vale in pratica la proposta di regolamento della Commissione, mentre il Consiglio, nella propria posizione negoziale, potrà apportare emendamenti alla proposta. Il testo dovrebbe quindi tornare in Parlamento in seconda lettura. Per l’eurodeputato del Ppe Peter Liese, responsabile per l’Ambiente, l’Aula ha “affondato il regolamento sui prodotti fitosanitari. Gli agricoltori per ora possono tirare un sospiro di sollievo”.
Spiega il dettaglio del voto l’eurodeputato azzurri Massimiliano Salini, relatore per il Ppe: “Una grande vittoria su tutta la linea, salvando il modello del riciclo e il sistema industriale e agricolo italiano: le nostre richieste sono state accolte sia nell’articolo 22 che nell’articolo 26: se ricicli sei premiato e puoi continuare a farlo, no a target insostenibili di riuso. Abbiamo così bloccato la deriva Ue verso il riuso spinto, sventando le minacce più insidiose al sistema industriale italiano, al modello di consumo dei cittadini e allo sviluppo economico dell’Europa. Con una serie eccezionale di emendamenti – circa duemila tra Commissioni e plenaria – abbiamo infatti apportato modifiche sostanziali al testo della Commissione Envi per il Regolamento Ue, tornando all’obiettivo originario: non ridurre gli imballaggi ma diminuire i rifiuti. Mantenendo le confezioni monouso, da un lato salvaguardiamo la sicurezza dei cittadini nel settore alimentare, dall’altro diminuendo i rifiuti tuteliamo l’ambiente. In questo modo preserviamo i prodotti monouso riciclabili, che dopo l’utilizzo non diventano rifiuti ma entrano nella filiera della “circular economy” come materia prima per nuovi prodotti. Un ambito che vede l’Italia campione di riciclo: il nostro Paese è la potenza manifatturiera che con le sue best practice può consentire all’Ue di centrare prima e meglio gli obiettivi nell’economia circolare. Ancora volta, in Europa, la compattezza del centrodestra consente una solida difesa del nostro sistema Paese, rimediando alle dannose divisioni interne della sinistra. Grazie ai nostri emendamenti, siamo riusciti in particolare a trovare un punto di equilibrio tra riciclo e riuso, cambiando l’allegato 5 dell’articolo 22 in funzione del principio di sicurezza alimentare e tutela della salute pubblica, rivedendo drasticamente l’elenco degli imballaggi monouso vietati dalla Commissione. La gran parte degli imballaggi monouso a contatto con gli alimenti resterà sul mercato unico europeo: sono più efficienti del prodotto riutilizzabile, anzitutto sul piano della sicurezza. Inoltre il Parlamento dovrà essere coinvolto nelle modifiche dell’allegato, impedendo decisioni unilaterali della Commissione. Al fast-food non si dovrà quindi bere da bicchieri utilizzati da altri e lavati decine di volte, con enorme spreco di acqua e detergenti; ancora, al supermercato, frutta e verdura, a prescindere dal peso, conserveranno le caratteristiche di sicurezza, freschezza e salubrità che oggi sul mercato sono in grado di garantire solo le confezioni monouso riciclabili. Vittoria anche sull’articolo 26: massima cautela nei target del riuso, che può funzionare solo a determinate condizioni. Basti pensare alle enormi criticità legate al massiccio impiego di acqua, risorsa che lo stesso esecutivo Ue classifica come scarsa. Le istituzioni europee dovranno rivedere corposamente gli obiettivi di riuso in funzione del “life cycle assessment”, valutando il ciclo vita degli imballaggi e calcolando tutti i fattori in gioco”.
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