Rearm Europe divide ancora il Pd
Il Partito Democratico deve ancora decidere come votare sulla risoluzione del Parlamento europeo sulla difesa dell’Ue e il riarmo, Rearm Europe in programma domani. La riunione del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), a cui il PD appartiene, non ha prodotto una posizione definitiva, poiché il testo finale del documento è arrivato solo in serata. Gli europarlamentari, così come la segretaria Elly Schlein, vogliono esaminarlo con attenzione prima di esprimere una scelta. Al momento, il Pd oscilla tra un’astensione e un voto favorevole con riserva, ovvero un “sì motivato” che evidenzi le perplessità già espresse dalla Schlein e da una parte del partito. Il voto non riguarda direttamente il piano Rearm Europe, che sarà valutato dal Consiglio europeo, ma la risoluzione del Parlamento sulla difesa dell’UE, che comunque contiene riferimenti alla proposta avanzata da Ursula von der Leyen. Un passaggio in particolare desta preoccupazione tra i dem: il documento attualmente “accoglie con favore” l’iniziativa Rearm Europe della Commissione europea, considerandola un primo passo importante per un’azione tempestiva. Questo punto è già presente nel testo elaborato dai Socialisti e Democratici e, con tutta probabilità, sarà mantenuto nella mozione di maggioranza, sostenuta dal Partito Popolare Europeo (Ppe), dai Verdi e dai Liberali. Buona parte della corrente riformista del Pd, tra cui Pina Picierno, sostiene che il partito debba votare a favore, allineandosi con gli altri socialisti europei. Tuttavia, questa posizione non è condivisa dalla maggioranza interna che sostiene la Schlein. Inoltre, è improbabile che Stefano Bonaccini, presidente del Pd, scelga di votare in contrasto con la linea ufficiale del partito. Nelle prossime ore si tenterà di modificare il passaggio più controverso del documento, sostituendo “accoglie con favore” con un più neutrale “prende atto”, ma non è detto che la proposta venga accolta. La decisione finale spetterà alla segretaria Schlein e al capodelegazione Nicola Zingaretti, che dovranno bilanciare le diverse sensibilità interne al partito. Nonostante la linea ufficiale, è probabile che ci siano voti in dissenso tra gli europarlamentari del Pd, con alcuni esponenti tentati dal no. Il dibattito interno riflette le tensioni nel partito tra chi sostiene un rafforzamento della difesa europea e chi teme un’eccessiva adesione alle strategie di riarmo promosse dalla Commissione.
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