Rapporto GreenItaly: ok green jobs, ko rinnovabili
E’ improntato ad un pieno ottimismo il Rapporto GreenItaly di Fondazione Symbola e Unioncamere con il Centro Studi Tagliacarne e con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, arrivato alla sua quattordicesima edizione. Sono 510 mila le imprese italiane che negli ultimi cinque anni hanno investito sulla green economy e sono 3,2 milioni i greenjobs. Nel quinquennio 2018-2022 sono state 510.830 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti pari al 35,1% del totale, più di una su tre. Il Nord-Ovest eccelle per attivazioni green ma il tasso di crescita più significativo dei green jobs si registra al Centro, +15,9% mentre cresce meno della media nazionale il Sud. Di poco meglio fa il Nord-Est con un +14,1%.
La regione più dinamica in questa transizione che investe il mercato del lavoro, la Lombardia, secondo il Rapporto GreenItaly. Seguono Veneto, Emilia-Romagna e Lazio. Milano è provincia “capitale” dei lavori verdi, il 10,3% del totale dei contratti green jobs su scala nazionale. Dopo Milano, Roma, Napoli e Torino.
Symbola sottolinea il primato nell’economia circolare dei rifiuti con un avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti – urbani e speciali – dell’83,4%, superiore a quello delle grandi economie europee, oltre 30 punti in più sulla media Ue.
Uniioncamere, invece, registra l’ormai consolidato neo e freno sulla crescita delle energie rinnovabili. Il presidente Andrea Prete rileva che “non sempre le nostre imprese sono messe nelle condizioni di operare al loro meglio. È il caso del tema delle energie rinnovabili, fondamentali per una riduzione delle importazioni di energia del nostro Paese e per una stabilizzazione dei prezzi, la cui crescita è spesso rallentata da ostacoli burocratici: nel 2022 è stata installata una potenza da fonti rinnovabili pari a 3 GW, contro gli 11 della Germania e i 6 della Spagna, un dato lontano dal target di circa 8-9 GW all’anno da installare entro il 2030”.
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