Cultura & Spettacolo

Raoul Bova: “Emily in Paris, un’esperienza magica e diversa”

di Nicola Santini -


Essere sulla breccia dell’onda fin dai primi anni ‘90, scegliendo sempre progetti di qualità e interpretando personaggi capaci di arricchirlo umanamente. Sembra questa la ricetta del successo di Raoul Bova, che oggi resta uno degli attori più amati dal grande pubblico, non solo italiano. Premiato a Marateale, in attesa di rivederlo nella quattordicesima stagione della fiction Don Matteo, Raoul si è raccontato a cuore aperto.
Raoul, a Marateale hai ritirato il premio come miglior attore dell’anno. Che effetto ti fa?
Mi ha fatto enormemente piacere. Sono reduce da una stagione professionale che è stata ricca impegni e a breve ritornerò sul set. Di conseguenza, non c’è niente di meglio del ricevere un riconoscimento nell’ambito di una kermesse cinematografica che nel corso degli anni ha visto premiare anche numerosi colleghi di fama internazionale, che si svolge in un luogo incantevole come Maratea.
Che cosa ti affascina di più del tuo mestiere d’attore?
Sicuramente l’idea di poter comunicare sempre cose differenti e di poter esprimere, a seconda del progetto e del personaggio interpretato, anche sensazioni di diverso tipo. Così come mi affascina l’idea che, grazie al mio lavoro, il pubblico possa provare delle belle emozioni. Dopo tutti questi anni di carriera, sono enormemente grato per tutte le opportunità professionali che mi sono state offerte e che mi hanno inesorabilmente arricchito dal punto di vista umano.
Nel corso della tua lunga carriera hai interpretato tantissimi personaggi. Ce n’è uno, in particolare, a cui sei maggiormente legato?
Sarebbe impossibile fare una lista di tutti i ruoli di cui vado maggiormente fiero. Anche perché, nel caso in cui provassi a farla, sicuramente ne dimenticherei qualcuna. Posso, però, fare un esempio di ruoli che ancora oggi ricordo con emozione, come quello di Ultimo, una serie andata in onda anni fa e che mi ha fatto vestire i panni di un uomo che ammiro moltissimo, caratterizzato da un fortissimo senso di lealtà e giustizia.
Sei una delle new entry del quarto capitolo della saga romantica Emily in Paris con Lilly Collins. Che esperienza è stata?
Un’avventura magica, differente da tutte le altre. E’ stato un onore far parte di una già collaudata famiglia di grandi professionisti. Sul set ho respirato un bellissimo clima e, nei panni di Giancarlo, un regista pubblicitario, interagirò soprattutto con Sylvie, una delle protagoniste interpretata da Philippine Leroy-Beaulieu. Nelle nuove puntate ci saranno tantissime storie d’amore e non mancheranno le sorprese…
In passato hai raccolto grandi soddisfazioni anche all’estero.
Non potrò mai dimenticare “Alien Vs Predator”, un kolossal che vedeva scendere in campo due creature soprannaturali che fino ad allora avevo sempre seguito sul grande schermo. Ricordo ancora la soddisfazione legata al fatto che il personaggio da me interpretato era uno degli ultimi a morire (ride, ndr).
In autunno ti rivedremo nella fiction di Rai1 Don Matteo?
Sì, il mio Don Massimo si ritroverà al centro di nuove avventure, trattando temi sociali di forte attualità. Sono entrato in punta di piedi in questa fiction e sono grato per il riscontro positivo che ho avuto, sin da subito, dal parte del pubblico.


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