Attualità

Quando stona pure la Kallas

di Angelo Vitale -


Quando stona pure la Kallas. L’Unione europea ha poco più di trent’anni ma, ogni giorno che passa, dimostra sempre più gli anni di una vecchia signora, specie quando uno dei suoi rappresentanti ufficiali prova a prendere la parola su argomenti interni ed esterni a quello che non a caso è pur sempre chiamato il Vecchio Continente. Come quelle anziane ospiti dei talk televisivi che provano, senza riuscirci, a mantenere il passo con la velocità delle generazioni che le precedono, scatenando l’ilarità degli spettatori.

“Nessun accordo preso alle nostre spalle” sull’Ucraina “funzionerà, qualsiasi accordo richiederà anche la partecipazione dell’Ucraina e dell’Europa”, ha sentenziato giorni fa l’Alta Rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas. Era successo che Donald Trump, senza “avvisarla” e senza nemmeno “chiedere il permesso” a Volodymyr Zelensky, aveva telefonato a Vladimir Putin per provare a intavolare un discorso sulla fine del conflitto russo-ucraino, ricevendone il favore del presidente russo per chiudere la guerra ormai in corso da tre anni.

Una pretesa, quella della Kallas, che fa quasi sorridere, tenendo a mente la scarsissima considerazione che il presidente degli Stati Uniti riserva alla Ue, tra dazi e il ricorrente richiamo, alla Nato prima che a tutti i Paesi membri, ad aprire il portafoglio per aumentare le proprie spese della difesa.

Kaja Kallas è una politica estone e parla a Trump affinché Putin intenda, ammesso che l’interlocutore del rieletto presidente americano voglia stare a sentirla. La Kallas con la Russia ha il dente avvelenato (“Chi ha vissuto l’occupazione russa sa che Putin deve essere fermato”) e il suo Paese sta continuamente a denunciare, per esempio, le scaramucce ai confini, come la rimozione “unilaterale” delle boe luminose che sul fiume Narva delimitano il confine nord-orientale con la Russia. Per lei, fermare l’invasione russa dell’Ucraina significa “essere pronti ad affrontare una guerra lunga e raccapricciante”. Che, ovviamente, sta combattendo il popolo ucraino, non quello del suo Paese. Cosa che sa molto bene: “Siamo tutti in pericolo quando la casa del nostro vicino va a fuoco”. E ora vuole mettersi in mezzo tra Trump e Putin. Aveva ragione Agatha Christie: “L’Europa ha bisogno di svegliarsi. È mezza addormentata”.


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