Esteri

Pyongyang contro Seul: “Una dittatura fascista sul popolo”

di Cristiana Flaminio -


Ci è voluta una settimana, ma da Pyongyang arrivano i primi commenti al caos scaturito in seguito alla promulgazione della legge marziale da parte del governo di Seul. Per i media della Corea del Nord, l’episodio si iscriverebbe all’interno dell’imposizione di quella che sarebbe stata bollata come “una dittatura fascista sul popolo” sudcoreano da parte del suo stesso governo. I toni utilizzati dai giornali del regime comunista sono durissimi: “Il burattino Yoon, che ha già fatto i conti con una grave crisi di governo e l’impeachment, ha imposto a sorpresa la legge marziale e scatenato le armi della dittatura fascista sulla popolazione, seminando il caos in tutta la Corea del Sud”, ha spiegato l’agenzia di stampa nazionale Kcna che ha bollato l’azione di Yoon come “folle”. Ma uno degli aspetti che i giornali nordcoreani mettono in luce riguarda la presunta dimostrazione di debolezza arrivata dal Sud: “La comunità internazionale osserva con attenzione e ha messo in luce le vulnerabilità della società sudcoreana”. Per i media di Pyongyang, “la carriera politica di Yoon” può “finire presto”. Dal momento che “il suo gesto folle ha provocato una condanna forte da parte di tutti i settori della società, compreso il partito di opposizione, e ha fatto esplodere ulteriormente l’entusiasmo dell’opinione pubblica per l’impeachment”.

Lo scontro politico e diplomatico tra Seul e Pyongyang continua. Ma la deposizione di Yoon potrebbe dare almeno un attimo di respiro alla tensione tra le due Coree.


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