Esteri

PRIMA PAGINA Putin back. Così lo Zar torna in campo dopo lo stop Usa

di Adolfo Spezzaferro -


Vladimir Putin torna al centro della scena, il suo ruolo potrebbe rivelarsi ben presto fondamentale, dirimente nella soluzione dei due conflitti in corso, quello in Ucraina – che volge nettamente a favore di Mosca – e quello a Gaza, che sta isolando sempre di più Israele, gli Usa e l’Occidente agli occhi del mondo multipolare. Il leader del Cremlino, che si appresta a infrangere un record storico – con l’elezione nel 2024 per altri 6 anni, supererà Stalin, che guidò l’Unione Sovietica dal 1924 al 1953, e diventerà il capo di stato russo più longevo dai tempi dell’imperatrice Caterina la Grande – potrà rivelarsi l’ago della bilancia anche per la crisi in Medioriente. D’altronde Hamas ha rilasciato gli ostaggi russi in omaggio a Putin per la sua posizione assunta sull’invasione di Gaza da parte delle forze armate israeliane. Tutto il mondo arabo, a guardare bene, tiene in grande considerazione il presidente russo.

Basti pensare che, secondo quanto riporta il Financial Times, Riyadh ha rinviato la visita di Mohammed bin Salman nel Regno Unito a causa dell’arrivo del presidente russo nel Paese. Funzionari britannici e sauditi avevano discusso per diversi mesi della visita del principe ereditario, considerando la data del 3 dicembre, ma l’idea è stata abbandonata quando è diventato chiaro che Putin avrebbe visitato l’Arabia Saudita. Per numerosi politici e commentatori britannici questo è il segno dell’indebolimento dell’influenza di Londra sulla scena internazionale. Non dimentichiamoci – ed è proprio questo il fil rouge che collega le due guerre – che è stato proprio l’allora premier britannico Boris Johnson a far saltare i negoziati russo-ucraini in Turchia, perché la guerra della Nato contro Mosca per interposta persona – le forze armate ucraine – doveva continuare ad ogni costo. Ma oggi a ben vedere non è soltanto il Regno Unito che sta perdendo terreno sulla scena globale, ma l’Occidente tutto.

Questo è in effetti il problema più grave. La postura bellicosa se non indirettamente belligerante del presidente Usa Joe Biden sta minando in profondità gli equilibri globali. Il voler proseguire a tutti i costi il conflitto nel Donbass – quando è ormai chiaro a tutti che la vittoria sarà di Mosca – così come il voler sostenere, avallare, giustificare il genocidio dei civili palestinesi nella Striscia di Gaza da parte di Israele con il casus belli dell’annientamento di Hamas, sta mettendo in grandi difficoltà l’Occidente e l’Europa.

In tal senso è auspicabile che anche se non emerge nulla di ufficiale, proprio la Ue stia cercando di ricucire un dialogo con Putin. Perché le due guerre devono finire. Intanto però assistiamo a qualcosa di profondamente grave e di estremamente pericoloso: lo strappo degli Usa e quindi della Nato nei confronti dell’Onu. Washington infatti ha bloccato con il suo veto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiedeva il “cessate il fuoco umanitario a Gaza” e definiva la situazione umanitaria catastrofica”.

Un veto che è arrivato nonostante la pressione del segretario generale Antonio Guterres. il testo – che chiedeva anche la protezione dei civili, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas – ha ottenuto 13 voti a favore, un astenuto (il Regno Unito) e appunto il veto Usa. Una decisione clamorosa, che conclama quanto la Casa Bianca avalli la guerra del premier israeliano Bibi Netanyahu contro Hamas e quindi contro tutti i palestinesi.

A leggere il fior fiore di analisi che sbocciano in questi giorni, l’Occidente avrebbe sottovalutato la Federazione russa. Ebbene, in verità è l’Occidente che ha sopravvalutato se stesso, la sua forza mediatica e propagandistica prima ancora che militare e tecnologica, la sua capacità di far trionfare l’ennesima volta la narrazione dei difensori della democrazia contro i cattivi di turno. Ormai il mondo multipolare vede solo un Occidente guidato dagli Usa che vuole piegare il diritto internazionale agli interessi della Casa Bianca. Adesso però il meccanismo è inceppato. L’Europa si sbrighi a trattare con Putin.


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