Esteri

Putin annuncia la riconquista completa del Kursk

di Ernesto Ferrante -


La regione russa di Kursk è stata completamente liberata dalla temporanea occupazione delle forze armate ucraine. La bandiera russa è stata issata anche a Gornal, l’ultimo insediamento dove rimaneva una presenza delle truppe nemiche. Il capo di stato maggiore dell’esercito di Mosca, Valery Gerasimov, ha comunicato che il bilancio delle perdite per gli ucraini in questa operazione, ammonta a oltre 76mila soldati tra morti e feriti. L’esercito russo intende creare una zona di sicurezza nella regione di Sumy.

“La riconquista del territorio, ha detto il presidente russo Vladimir Putin, è stata completata”. Mentre il presidente americano Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky si incontravano in Vaticano, prima dei funerali di Papa Francesco, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov rendeva noto che “il capo di Stato maggiore delle forze armate russe Valery Gerasimov ha riferito al comandante in capo supremo Vladimir Putin il completamento dell’operazione per liberare la regione di Kursk dai neonazisti ucraini”.

“La sconfitta completa del nemico nella regione di confine di Kursk crea le condizioni per ulteriori azioni di successo delle nostre truppe in altre importanti aree del fronte e avvicina la sconfitta del regime neonazista”, ha aggiunto Putin.

“L’avventura del regime di Kiev è completamente fallita e le enormi perdite subite dal nemico, comprese truppe tra le più pronte al combattimento, addestrate ed equipaggiate anche con modelli occidentali, si rifletteranno sicuramente lungo l’intera linea di contatto”, ha concluso il presidente russo.

Gli ucraini hanno definito false tali affermazioni. “Le dichiarazioni dei leader nemici riguardanti la ‘disfatta’ delle forze ucraine non sono altro che manovre di propaganda”, ha denunciato lo stato maggiore dell’Ucraina in un comunicato. “Non c’è nessuna minaccia di accerchiamento delle nostre unità”, si legge ancora nella nota, dove si parla però di una situazione “difficile”.

Donald Trump e Volodymyr Zelensky hanno avuto un unico incontro, quello di una quindicina di minuti nella basilica di San Pietro prima dell’inizio dei funerali di Papa Francesco. In un primo momento, il portavoce del presidente ucraino aveva fatto sapere che con l’inquilino della Casa Bianca era stato “concordato un secondo incontro” al termine della cerimonia. Una possibilità esclusa fin da subito dalla parte americana, secondo cui non risultavano variazioni al programma ufficiale, che prevedeva l’immediata ripartenza di Trump una volta concluso il rito funebre.

È stato lo stesso Serhiy Nikiforov, citato dai media locali, a far sapere che a Roma “non c’è stata la seconda riunione”. La spiegazione fornita è stata che “i presidenti hanno un’agenda molto fitta”.

Appuntamento a Villa Wolkonsky, residenza dell’ambasciatore britannico nella capitale, per il leader ucraino. In agenda il faccia a faccia con il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer.


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