L’Antitrust interviene sulle protesi acustiche: l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso l’indagine conoscitiva, avviata sette mesi fa sugli apparecchi acustici, segnalando al Parlamento, al ministero della Salute, alministero dell’Economia, all’Agenas e alle Regioni e Province Autonome l’opportunità di garantire, anche attraverso interventi di tipo normativo-regolatorio, una chiara e distinta indicazione al pubblico del prezzo del dispositivo rispetto a quello dei relativi servizi offerti all’utilizzatore.
L’indagine ha infatti rilevato una scarsa trasparenza delle condizioni commerciali praticate al pubblico. Nel nostro Paese, sono almeno 7 milioni gli italiani che soffrono di problemi di udito e di questi circa 2,5 milioni già utilizzano apparecchi acustici. Rispetto ad altre nazioni comparabili come la Francia, in Italia il prezzo medio per singolo dispositivo (compreso tra 1.500 e 2.100 euro) risulta superiore e con minori sostegni pubblici all’acquisto.
: i consumatori – ha rilevato l’Antitrust – hanno difficoltà nell’ottenere informazioni chiare sia di tipo tecnico sia sul prezzo dell’apparecchio e dei servizi connessi, di solito venduti abbinati e senza alcuna distinzione. I servizi rappresentano la spesa principale nel pacchetto, fatto che però non viene percepito dai consumatori.
Per quanto riguarda gli apparecchi acustici forniti dal Servizio Sanitario Nazionale, dall’indagine sono emerse poi gravi difficoltà nelle procedure di acquisto pubblico, dovute a una normativa poco chiara che ha pregiudicato l’effettiva attuazione dei livelli essenziali di assistenza, oltre alla forte opposizione dei principali operatori commerciali.
A fronte della possibilità che le forniture pubbliche tornino a un regime ‘a tariffa’ sulla base di modifiche legate all’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario dell’assistenza protesica, l’Autorità ritiene che, a garanzia dell’efficienza della spesa pubblica e in un’ottica di rafforzamento dei meccanismi concorrenziali, le amministrazioni interessate possano svolgere gare.
L’Antitrust ha anche sottolineato che circa le protesi acustiche è opportuno assegnare l’importo del rimborso direttamente all’assistito attraverso l’introduzione di un voucher o buono-udito, per sostenere una concorrenza tra fornitori di prodotti e di servizi che consenta di accedere a un’offerta appropriata e tecnologicamente aggiornata.