Economia

La produzione industriale torna a correre, Urso: “Meglio di Francia e Germania”

di Giovanni Vasso -


La produzione industriale in Italia torna a crescere. A maggio, stando ai dati pubblicati ieri mattina dall’Istat, si è registrato un aumento dello 0,5% su base mensile. Che, dopo due flessioni consecutive, riporta il sorriso. Il trend annuale rimane in ribasso (-3,3%) ma le prospettive, rispetto a qualche mese fa, sembrano essere migliori. Al punto da indurre il ministro alle imprese e made in Italy, Adolfo Urso, a gonfiare il petto d’orgoglio, pungendo i partners europei: “Noi cresciamo, gli altri, invece, no”.

I numeri dell’Istat rivelano che la ripresa sarebbe stata ancora più consistente se non si fosse registrato un autentico tracollo per quanto riguarda l’automotive e, più in generale, la produzione di mezzi di trasporto. Il calo, a maggio, è stato in doppia cifra: -11,1%. Altre pessime performance da parte dell’abbigliamento (-7%) e della fabbricazione di macchinari (-5,7%). Bene, invece, le apparecchiature elettriche (+4,8%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+3,0%) e la fornitura di energia elettrica, gas, valore ed aria (+2,6%). Lo scenario del consuntivo mensile rimane incoraggiante e risulterebbe superiore alle stime della vigilia. E inorgoglisce il ministro Adolfo Urso che dichiara: “I dati dell’Istat vedono come l’Italia abbia ripreso a crescere rispetto ai dati negativi della prima parte dell’anno per quanto riguarda la produzione industriale. Mentre purtroppo altri Paesi europei manufatturieri, grandi e significativi, con cui dobbiamo necessariamente compararci sempre, anche perché spesso cooperiamo con loro come Francia e Germania, hanno ancora un segno nettamente negativo”. Urso, difatti, sottolinea che non c’è troppo da festeggiare se i partners zoppicano. Dal momento che, prima con le imprese tedesche e poi con quelle francesi, c’è un rapporto di forte interconnessione. Ma da Parigi e Berlino arrivano numeri a tinte fosche: la produzione industriale in Germania è crollata del 2,5% mentre in Francia è diminuita dell’2,1%.

“È un risultato incoraggiante, particolarmente significativo poiché supera le aspettative di mercato, che prevedevano una crescita zero, e in controtendenza rispetto ad altri partner europei – ha aggiunto Urso – . Ora dobbiamo consolidare la ripresa con il piano Transizione 5.0 pienamente operativo nelle prossime settimane e che metterà a disposizione delle aziende 13 miliardi di euro per il loro ammodernamento verso la duplice transizione green e digitale”. Già, il piano che punta a sviluppare le imprese e la produzione italiana. “Sarà pienamente operativo tra qualche settimana – afferma il titolare del Mimit – è importante e significativo per consentire alle nostre imprese di essere più efficienti e competitive, sia per quanto riguarda l’innovazione digitale che per quanto riguarda la transizione green”. E quindi aggiunge: “Il piano transizione 5.0 – ha ricordato – è l’unico piano in Europa, quindi siamo all’avanguardia, riesce a coniugare nel contempo l’innovazione digitale con l’innovazione green, consentendo quindi di utilizzare nella stessa misura le due tecnologie su cui dobbiamo essere particolarmente sfidanti, essendo quelle che poi ci consentiranno di governare la duplice transizione green e digitale”.

I numeri Istat di maggio per la produzione industriale fanno gioire anche Confindustria. Il presidente Emanuele Orsini, in occasione dell’assemblea pubblica di Ucimu, l’unione dei costruttori italiani di macchine utensili tenutasi a Cinisello Balsamo, ha salutato con soddisfazione le buone notizie giunte da via Cesare Balbo a Roma: “Il dato sulla produzione industriale a maggio è un dato positivo che ci fa piacere”, spiega Orsini che non sorvola sugli “altri che vanno peggio con una Francia che perde il 2,1% e una Germania il 2,5%” affermando che come industriali italiani “non si possa essere contenti di questo perché abbiamo bisogno di un’Europa che funzioni e che funzioni parecchio”.


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