Arriva la stangata del Garante Privacy a ChatGpt: 15 milioni
Intelligenza artificiale, ficcanaso reali: arriva la stangata del Garante per la privacy su ChatGpt, per Sam Altman è in arrivo dall’Italia una maxi sanzione da 15 milioni di euro. E gli è andata anche bene perché l’authority italiana ha deciso di “premiare” lo spirito collaborativo di OpenAi ridimensionando la quantificazione della multa. Le ragioni che hanno spinto il Garante privacy a stangare Altman e la “sua” ChatGpt vanno rintracciate nelle operazioni di data scraping e di utilizzo dei dati per l’addestramento dell’intelligenza artificiale. Mosse che sono avvenute, evidentemente, fuori dall’alveo normativo europeo – e quindi italiano – imposto per la regolamentazione dell’ultima puntata della grande rivoluzione digitale. “Il provvedimento, che accerta le violazioni a suo tempo contestate alla società californiana, arriva all’esito di un’istruttoria avviata nel marzo del 2023 e dopo che l’Edpb (Comitato europeo per la protezione dei dati) ha pubblicato il parere con il quale identifica un approccio comune ad alcune delle più rilevanti questioni relative al trattamento dei dati personali nel contesto della progettazione, sviluppo e distribuzione di servizi basati sull’intelligenza artificiale”, si legge in una nota del garante. Che rincara la dose: “Oltre a non aver notificato all’Autorità la violazione dei dati subita nel marzo 2023, ha trattato i dati personali degli utenti per addestrare ChatGPT senza aver prima individuato un’adeguata base giuridica e ha violato il principio di trasparenza e i relativi obblighi informativi nei confronti degli utenti. Per di più, OpenAI non ha previsto meccanismi per la verifica dell’età, con il conseguente rischio di esporre i minori di 13 anni a risposte inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza”. Insomma, la raccolta indiscriminata di dati ha fatto scattare i meccanismi sanzionatori: “Con l’obiettivo di garantire innanzitutto un’effettiva trasparenza del trattamento dei dati personali”, l’autorità garante per la privacy ha fatto sapere di aver “ordinato a OpenAI, utilizzando per la prima volta i nuovi poteri previsti dall`articolo 166 comma 7 del Codice Privacy, di realizzare una campagna di comunicazione istituzionale di 6 mesi su radio, televisione, giornali e Internet”. I contenuti, da concordare con l’Autorità, “dovranno promuovere la comprensione e la consapevolezza del pubblico sul funzionamento di ChatGpt, in particolare sulla raccolta dei dati di utenti e non-utenti per l’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa e i diritti esercitabili dagli interessati, inclusi quelli di opposizione, rettifica e cancellazione”. Una campagna di comunicazione che avrà come obiettivo la sensibilizzazione di “utenti e i non-utenti di ChatGpt su come opporsi all’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa con i propri dati personali e, quindi, essere effettivamente posti nelle condizioni di esercitare i propri diritti ai sensi del Gdpr”.
Il Garante ha premiato OpenAI quantificando la sanzione in 15 milioni di euro “anche tenendo conto dell’atteggiamento collaborativo della società”.
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