Stretta Viminale, primi rimpatri dopo i fatti di Busto Arsizio
Sono trattenuti, in attesa di rimpatrio, nel Cpr di Gradisca d’Isonzo in provincia di Gorizia, due cittadini stranieri ritenuti responsabili dei gravi fatti accaduti a Busto Arsizio nei giorni scorsi. Lo fanno sapere fonti del Viminale. Irregolari sul territorio nazionale e con precedenti, sono destinatari di un provvedimento di espulsione firmato dal prefetto di Varese. L’arresto conferma l’attenzione, voluta dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, affinché tutti gli autori di aggressioni alle forze dell’ordine degli ultimi giorni vengano rintracciati e sanzionati, a tutela della sicurezza collettiva e del rispetto dello Stato di diritto.
Proseguono, nel frattempo, le attività investigative per individuare ulteriori possibili responsabili, anche grazie al supporto delle immagini e dei video acquisiti. L’obiettivo, in stretta sinergia con l’autorità giudiziaria, è garantire che chiunque si sia reso responsabile di comportamenti violenti risponda pienamente dei reati commessi.
I fatti, l’11 gennaio scorso a Busto Arsizio. Poco prima di mezzanotte, gli agenti di polizia erano stati chiamati ad intervenire nei pressi del McDonald’s di piazza Garibaldi per bloccare due ragazzi esagitati che davano fastidio ai clienti del fast food, danneggiando anche l’interno del locale di ristorazione.
All’arrivo dei poliziotti, i due erano stati raggiunti da un gruppo di una trentina di ragazzi, che avevano iniziato a protestare rivolgendo cori e insulti contro la polizia, lo Stato e le istituzioni. Un gruppo di giovani, secondo i primi accertamenti, formato da cittadini per la maggior parte di origine nordafricana, hanno urlato anche cori per Ramy, il 19enne morto a novembre a Milano durante un inseguimento dei carabinieri. I due extracomunitari che stavano danneggiando il fast food erano stati comunque identificati e denunciati per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. Sono quelli ora in attesa di espulsione.
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