Attualità

PRIMA PAGINA – Il gioco d’azzardo non nuoce alla salute dei conti pubblici

di Marina Cismondi -


A chi non è mai capitato di dover attendere parecchi minuti per essere servito dal tabaccaio, perché il cliente precedente aveva una manciata di schedine da far passare nei terminali della Sisal o del Lotto? O di vedere persone, spesso tutt’altro che giovani, fare manbassa di Gratta e Vinci, per decine e decine di euro? “Il giorno del pagamento delle pensioni, ci sono vecchietti che vengono ad investire nel Lotto o nei Gratta e Vinci anche 200 euro, in una volta sola. E si vede che non sono pensionati da migliaia di euro al mese. Ci sto male, ma non posso farci nulla”, racconta una tabaccaia di una zona popolare di Torino. D’altronde sono oltre 20 milioni gli italiani che, più o meno saltuariamente, tentano la fortuna, fra Lotto, SuperEnalotto, scommesse, Gratta e Vinci, slot machine e giochi online. Siamo il paese europeo con la maggior spesa nel gioco d’azzardo, una cifra mostruosa: 157 miliardi di euro nel 2024. In crescita costante, anno dopo anno: 111 miliardi nel 2021, 136 l’anno successivo, 148 nel 2023. Per meglio comprendere l’entità di questi numeri, basta paragonarli con la spesa degli italiani per l’acquisto di beni di largo consumo (cibo, prodotti per l’igiene e la pulizia, ecc): nel 2023 è stata di 134 miliardi di euro. E queste cifre riguardano solo il gioco legale. Per quello illegale, in mano alla criminalità organizzata, Cgil e Federconsumatori, basandosi sui dati della Dia, stimano altri 37 miliardi spesi nel 2023. La sola Lotteria Italia 2024 ha venduto 8,66 milioni di tagliandi, con un incremento di quasi il 30% rispetto all’edizione precedente. L’investimento per accaparrarsi, il giorno della Befana, un premio milionario è stato superiore ai 43 milioni di euro. E ogni giorno del calendario vengono venduti circa 6 milioni di Gratta e Vinci. Ma l’incremento di questi ultimi anni è in parte anche da attribuire al gioco online: facilità di accesso e gioco disponibile 24 ore su 24 lo hanno trasformato in un fenomeno di massa, soprattutto fra i più giovani. Ed è proprio sull’online che punta la criminalità: sono stati più di 10.000 i siti illegali bloccati nel 2023. Ma come si è arrivati a questi numeri sbalorditivi? Nel 1863 in Italia si è attivato il gioco del Lotto a livello nazionale ed è singolare che già nel 1931 il legislatore per la pubblica sicurezza ritenesse il gioco un rischio sociale. Nel 1948 lo Stato si riserva l’organizzazione, l’esercizio ed il controllo delle attività legate al gioco Nasce il Totocalcio ed il Totip, gestiti in concessione dalla Sisal, e vengono regolamentati i quattro Casinò (Sanremo, Venezia, Saint Vincent e Campione). Ma è dagli anni novanta che parte dei risparmi degli italiani iniziano a finire nel gioco e, di conseguenza, nelle tasche dell’Erario. Nascono i Gratta e Vinci, le estrazioni del Lotto passano da una a due alla settimana, viene istituito il SuperEnalotto. E si incomincia a parlare di dipendenza dal gioco d’azzardo, compare sui giornali il termine “ludopatia”. Nei primi anni duemila si dà il via alle scommesse per via telematica, nel 2006 gli operatori on line esteri possono offrire agli italiani i loro giochi d’azzardo, nel 2009 sono autorizzate sale da gioco per il poker on line e per giochi di carte ed i terminali di videolotteria. Nel 2012 la ludopatia viene riconosciuta come patologia e viene riconosciuto al ludopatico il diritto alla cura presso il sistema sanitario pubblico. Tre anni dopo vengono destinati 50 milioni l’anno per scopi di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette da questa dipendenza. Di anno in anno vengono emessi decreti che vietano la pubblicità di giochi e scommesse con vincite in denaro (escluso le lotterie nazionali), impongono controlli sui minori, richiedono la dichiarazione delle probabilità di vincita, obbligano a stampare la scritta “nuoce alla salute” sui Gratta e Vinci e dettano orari alle sale gioco che devono essere ubicate , secondo leggi degli enti locali, a distanza da “luoghi sensibili” (scuole, chiese, impianti sportivi). Ma gli effetti di questa enorme possibilità di abbuffarsi di giochi, apparecchiata dallo Stato sulle tavole italiane, sono disastrosi. Si calcola che più di un milione e mezzo di persone in Italia sia affetto da ludopatia, con conseguenze facilmente intuibili: disagio psicologico, problemi lavorativi, sovra indebitamento, usura, povertà, famiglie che si sfasciano e, purtroppo, anche suicidi. È evidente che i 50 milioni annui stanziati per contrastare la dipendenza siano una cifra ridicola, se paragonata a quanto incassa lo Stato da giochi, lotterie e scommesse: 11,4 miliardi lo scorso anno. Ed è attualmente in corso il bando pubblico per assegnare la gestione del Lotto, dove Sisal ed IGT (International Game Technology) saranno probabilmente i due contendenti. Entrambe le multinazionali offrono già svariate possibilità di gioco online, ma il portale della Sisal è un vero paese di Bengodi per giocatori: scommesse, casinò, slot, poker, giochi di carte, bingo. Acquisire la concessione del Lotto, unitamente ai suoi affezionati giocatori, aiuterebbe il vincitore della concessione a proporre e promuovere la fruizione anche degli altri giochi d’azzardo. Non esattamente una strategia atta a contrastare la ludopatia, assommata alle recenti valutazioni che sta facendo il Governo, circa la possibilità di far tornare la pubblicità delle scommesse durante le partite di calcio e gli eventi sportivi e di lasciare aperte per tutta la notte le sale giochi. In pratica, come per le sigarette e gli alcolici, possiamo trovare sui siti dei vari Ministeri pagine e pagine che dettagliano tutti i rischi ed i danni derivanti dalle dipendenze, ma lo stesso Stato, che dovrebbe primariamente occuparsi della nostra salute, agisce per incassare sempre più miliardi da imposte ed accise, proprio sfruttando le nostre dipendenze. “Nuoce alla salute”… alla nostra, non a quella dei conti pubblici.


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