Prezzo del gas, l’Ue pronta ad applicare un tetto
L’Italia spinge ma la Germania resta critica
Se necessario, la Commissione europea è pronta a limitare i prezzi del gas in caso di congelamento di vasta portata dell’approvvigionamento dalla Russia. L’obiettivo è proteggere gli importatori da costi alle stelle, che si riflettono sui consumatori. La Ce proporrebbe ai Paesi membri di limitare i prezzi statali per contrastare i costi elevati dell’energia. Nella sostanza, un “price cap” sulle Borse europee del gas.
La decisione è contenuta in un documento, anticipato dal quotidiano tedesco “Welt am Sonntag”, che la Commissione presenterà probabilmente la prossima settimana, nel quale sostiene che fissare un prezzo di riferimento temporaneo per il gas utilizzato per produrre energia è un modo accettabile per i governi dell’Ue di reagire agli attuali prezzi elevati. Le misure potrebbero essere progettate per essere compatibili sia con il mercato energetico europeo che con le norme sugli aiuti di Stato.
Il provvedimento si rende necessario per evitare fughe in avanti, come era accaduto la scorsa settimana, quando Portogallo e Spagna avevano approvato un tetto massimo di 48,8 EUR/MWh per 12 mesi, dopo averlo concordato con la Ce. In quel caso gli operatori e i leader del settore avevano criticato la misura, ritenendola contraria ai principi di un mercato energetico europeo integrato. Nel documento che sarà presentato, la Ce sostiene che i Paesi che prendono in considerazione una tale misura dovrebbero consultarsi con i vicini e le parti interessate, garantendo l’assenza di restrizioni alle esportazioni transfrontaliere ed evitando di penalizzare i produttori che avevano già venduto con contratti a termine.
La Commissione non si nasconde, comunque, che un provvedimento del genere pone delle sfide, in quanto dovrebbe garantire che l’introduzione del price cap non eviti che l’Ue riceva meno gas. E’ evidente, infatti, che potrebbe non essere più conveniente per i fornitori consegnare in Europa in nave cisterna se il limite di prezzo massimo viene applicato in modo troppo rigoroso. La questione era già stata discussa a lungo in un vertice Ue di marzo, all’epoca il dibattito era stato particolarmente acceso e alla fine si erano registrate eccezioni da parte di Spagna e Portogallo, mentre Germania e Paesi Bassi si erano mostrati nettamente contrari.
E la posizione della Germania non sembra mutata. Il ministero federale dell’Economia ha fatto sapere che il tema dell’andamento dei prezzi dell’energia deve essere analizzato e monitorato da vicino a livello europeo ma negli ambienti del governo federale un limite di prezzo è considerato in modo critico, come riporta il “Welt am Sonntag”. Secondo un alto funzionario di Berlino, ciò porterebbe al prosciugamento degli scambi in Borsa. Anche gli analisti economici sono scettici sulle proposte dell’Ue: secondo Manuel Frondel del RWI Leibniz Institute for Economic Research, i prezzi massimi sono inadatti perché da soli non riuscirebbero a contrastare la scarsità degli approvvigionamenti.
E l’Italia? Il governo, attraverso il ministro degli Esteri Di Maio, continua a spingere per l’approvazione del tetto ai prezzi: “L’Europa deve farlo appena possibile, prima che sia troppo tardi”.
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