Attualità

Prezzi delle uova alle stelle negli Usa: il piano di Trump per assicurare la colazione agli americani

di Dave Hill Cirio -


Il prezzo delle uova negli Stati Uniti preoccupa da tempo tutti gli americani, e quindi Donald Trump. Non solo una possibile tregua nel conflitto russo-ucraino, non solo l’ipotesi di una Riviera di Gaza al termine della guerra in Medio Oriente: nell’agenda del presidente, fin dal suo insediamento, un problema di non facile soluzione che incide quotidianamente sulla vita (e sulla spesa) di tutti gli americani. “L’amministrazione Trump si è impegnata a intervenire per risolvere la crisi, ma non aspettatevi una soluzione la prossima volta che andrete a fare la spesa” avverte i suoi telespettatori la Cnn in un un lungo reportage.

La Segretaria all’Agricoltura Brooke Rollins – racconta- ha annunciato mercoledì un piano per investire 1 miliardo di dollari in strategie per frenare i prezzi alle stelle delle uova. Tuttavia, in un editoriale sul Wall Street Journal, Rollins ha riconosciuto che “non cancellerà il problema da un giorno all’altro”. Piuttosto, ha affermato che il mercato delle uova non si stabilizzerà per altri “tre o sei mesi”.

Massimi storici innanzitutto a causa di un’epidemia di influenza aviaria che sta colpendo le galline ovaiole negli Stati Uniti dal 2022. Negli ultimi tre anni, circa 166 milioni di capi sono stati colpiti dalla mortale influenza aviaria, secondo il Dipartimento dell’Agricoltura. Secondo i dati del Bureau of Labor Statistics, a gennaio il costo medio di una dozzina di uova era di 4,95 dollari, quasi il doppio rispetto all’anno precedente e superando un record storico. Ma gli scaffali, come da mesi riportato da molti media, evidenziano pure prezzi di oltre 13 dollari per una confezione.

Prossima al via, una strategia in cinque punti. Un piano che prevede 500 milioni di dollari per migliorare la biosicurezza nelle aziende agricole, 400 milioni di dollari per fornire assistenza finanziaria agli agricoltori e 100 milioni di dollari per la ricerca sui vaccini, concentrandosi pure su una riformulazione delle normative sulla produzione di uova e “sull’esplorazione di opzioni di importazione temporanea”. Già quest’anno la Turchia esporterà 420 milioni di uova negli Stati Uniti.

Non aiuta per una possibile svolta l’assetto sempre più intensivo degli allevamenti, ove l’infezione di pochi capi prevede l’abbattimento di tutti quelli esistenti. In questo mese, la notizia di uno stabilimento di Petaluma, in California dove, dopo la perdita di 550mila capi a causa dell’influenza aviaria a partire dal dicembre 2023, Sunrise Farms ha impiegato più di un anno per ricostruire il suo allevamento.

Un’influenza aviaria micidiale. Solo a gennaio, poco più di 23 milioni di capi sono stati colpiti dall’influenza aviaria, secondo i dati del Dipartimento dell’Agricoltura. Al 26 febbraio, erano più di 12,6 milioni. “Quasi 130 milioni di galline ovaiole perse dal 2022 e quasi 31 milioni di galline solo nel 2025” registra sconsolato nel racconto alla Cnn Chad Gregory, presidente e ceo di United Egg Producers.

Non solo l’aviaria, però, tra le cause dell’aumento di un prodotto alimentare che – dicono le statistiche – gli americani consumano quasi ogni giorno. Registrato pure un aumento della domanda di uova da galline allevate a terra, una produzione finora limitata da normative dei vari Stati. Nonché – segnalano i gruppi di difesa dei consumatori – il crescente consolidamento di una sorta di cartello tra produttori e l’apparire di fenomeni speculativi considerata la domanda del prodotto che è anelastica, costante.
Il solo Cal-Maine, importante fornitore di uova, controlla circa un quinto del mercato statunitense, i suoi profitti sono saliti del 718% nel terzo trimestre del 2023 a causa dell’impennata dei prezzi.


Torna alle notizie in home