Esteri

Presidenziali Usa: il nuovo nemico si chiama TikTok

di Ernesto Ferrante -


Nella campagna degli “spauracchi” irrompe anche TikTok. Il governo cinese potrebbe tentare, attraverso la popolare piattaforma di video sharing, di influenzare le elezioni presidenziali americane di novembre. E’ questo il timore del Dipartimento di Giustizia Usa, come si legge in un documento depositato presso la Corte d’appello federale.

I pubblici ministeri ritengono che l’algoritmo dell’app conosciuta anche con il nome di Douyin possa essere utilizzata per un’operazione di “manipolazione segreta” al fine di “influenzare le opinioni degli americani per i propri scopi”.

Per i pm c’è il rischio “tra l’altro di consentire a un governo straniero di interferire illecitamente con il nostro sistema politico e il nostro discorso politico, comprese le nostre elezioni”, se la Cina “dovesse stabilire che l’esito delle elezioni americane è importante per gli interessi cinesi”.

“Consentire al governo cinese di poter a utilizzare TikTok con la massima efficacia in un momento di estrema importanza rappresenta una minaccia inaccettabile per la sicurezza nazionale”, è scritto ancora.

TikTok ha intentato una causa federale contro il governo degli Stati Uniti a maggio, nel tentativo di bloccare una legge che potrebbe imporre un divieto nazionale di utilizzarlo, in assenza di un cambio di proprietà entro metà gennaio 2025, con la sua vendita a un affiliato americano.

TikTok e la società madre Bytedance affermano che la legge statunitense è incostituzionale perché viola il diritto alla libertà di parola e impedisce agli americani di accedere a informazioni lecite.

Tesi, questa, confutata dal Dipartimento di Giustizia, secondo cui non si può invocare l’applicazione del Primo Emendamento, perché “lo statuto è mirato a preoccupazioni di sicurezza nazionale uniche per la connessione di TikTok con una potenza straniera ostile, non ad una soppressione di discorsi protetti”.

Alti funzionari della Giustizia citati dalla Cnn a condizione di anonimato, hanno riferito che il Dipartimento è preoccupato per qualsiasi tentativo da parte del gigante asiatico di “militarizzare la tecnologia”, “costringendo” le aziende sotto il suo controllo “a consegnare in segreto dati sensibili al governo cinese”.


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