Attualità

Povertà in Italia ai massimi storici, l’allarme Caritas

di Domenico Pecile -


La povertà in Italia ha raggiunto i massimi storici. A lanciare l’sos è stata la Caritas con un suo rapporto: “La povertà oggi è da intendersi come problema strutturale”. Tradotto in dati, lo scorso anno sono state supportate in Italia 270 mila persone, che significa un +40% negli ultimi cinque anni. E accade – paradossalmente – proprio nei mesi in cui il nostro Paese ha raggiunto dati positivi impensabili sul fronte lavoro. Ad aprile 2024, su base mensile, il tasso di occupazione è salito al 62,3% segnando un nuovo record, mentre la disoccupazione era calata al 6,9%. Ma si tratta di situazioni solo apparentemente inconciliabili. Basti pensare, ad esempio, che i salari dei lavoratori – a differenza di quanto è accaduto praticamente in tutta l’Europa – sono fermi a quelli di 30 anni fa. Nel dettaglio, gli stipendi in Italia hanno fatto registrare un miserrimo +1% in 30 anni contro il 32,5% dei Paesi Ocse. Tornando all’allarme lanciato dalla Caritas, nel 2023 – si legge – nei soli Centri di ascolti e Servizi informatizzati (3.124 in 206 diocesi dell’Italia) le persone incontrate e supportate sono state 269.689. Quasi 270 mila volti assimilabili ad altrettanti nuclei. “Rispetto al 2022 – si legge ancora nel rapporto – si è registrato un incremento del 5,4% del numero di assistiti, una crescita che si attesta su valori più contenuti rispetto a un anno fa”, ma “il confronto del numero di assistiti 2019-2023 è stato +40,7%”. Dati che purtroppo sembrano un impietoso bollettino di guerra. Nel 2023 le persone senza dimora sostenute dalla rete Caritas diocesane parrocchiali sono state 34.554, corrispondenti al 19,2% dell’utenza complessiva. Il valore risulta in crescita sia in termini assoluti che percentuali: nel 2022 erano 27.877, pari a 16,9% del totale. Si contano quindi 6.677 persone in più rispetto al 2022 e oltre 10.500 rispetto al 2021. Inoltre, in Italia cala l’incidenza della povertà delle persone straniere che si attesta al 57% (dal 59,6%), anche per il venire meno della presenza ucraina nel nostro Paese. Nel 2023 si abbassa la quota dei nuovi ascolti e passa da 45,3% al 41%. Si rafforzano invece le povertà intermittenti croniche che riguardano in particolare quei nuclei che oscillano tra il “dentro-fuori” la condizione di bisogno e che permangono da lungo tempo in condizioni di vulnerabilità: 1 persona su 4 è infatti accompagnata da 5 anni e più. Sembra anche mantenersi uno zoccolo duro di povertà che si trascina di anno in anno senza particolari scossoni. L’arcivescovo di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, presidente della Caritas italiana, sostiene che per combattere questa piaga occorre “stimolare l’azione delle istituzioni civili a un’adeguata legislazione”. “E’ compito statutario di Caritas italiana – ricorda – realizzare studi e ricerche sui bisogni delle persone, per aiutare a scoprirne le cause, per preparare piani di intervento, soprattutto in un’ottica di prevenzione”. L’arcivescovo ha concluso sostenendo che “la Caritas tiene molto, accanto ai bisogni, a evidenziare le risorse. Questo report va letto insieme alle nostre ultime pubblicazioni che raccontano la ricchezza del volontariato, in particolare quello dei giovani”. Infine, per quanto riguarda il profilo di chi chiede aiuto, il Report spiega: “Chiedono aiuto donne (51,5%) e uomini (48,5%). L’età media si attesta a 47,2 anni (era 46 nel 2022). Le persone con domicilio rappresentano l’800,8%. Alta come di consueto l’incidenza delle persone con figli: due persone su tre (66,2%) dichiarano infatti di essere genitori. In alcune regioni l’incidenza dei genitori risulta ancora più elevata, ad esempio nel Lazio (915), in Calabria (82,2%), Umbria (81,4%), Puglia (800,6%), Basilicata (79%) e Sardegna 75,3%). “Nascere e crescere in una famiglia povera – osserva la Caritas – può essere infatti il preludio di un futuro di una vita connotata nella sua interezza da stati di deprivazione e povertà. Esiste poi una correlazione tra povertà economica ed educativa.


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