Pnrr, parla Fitto: “Noi facciamo i fatti, basta polemiche”
RAFFAELE FITTO MINISTRO PER GLI AFFARI EUROPEI, IL SUD, LE POLITICHE DI COESIONE E IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA
Pnrr, intervento fiume del ministro Raffaele Fitto che parla per quasi un’ora alla Camera per spiegare le modifiche, le ragioni dei cambiamenti e per rintuzzare le critiche che arrivano al piano dall’opposizione. Innanzitutto i numeri: “La quarta rata, con un obiettivo in più, passerà da 16 miliardi a 16,5 miliardi recuperando le risorse della terza rata”, ha spiegato Fitto che ha aggiunto l’intenzione di avviare “una fase che, per dichiarazione stessa della Commissione europea e condivisa da noi, si completerà nel suo iter entro il 2023 e consentirà al nostro Paese di ricevere i 35 miliardi della terza e della quarta rata”. Un successo, secondo Fitto, per il quale è necessario ringraziare la premier Giorgia Meloni: “Rivendico con forza all’azione del governo e del presidente del Consiglio Meloni i risultati raggiunti”, ha detto il ministro rivendicato la lungimiranza di individuare la chiave della flessibilità come quella che avrebbe consentito una svolta al Pnrr.
Il ministro Fitto ha poi voluto sottolineare l’apprezzamento della Commissione Ue sulle modifiche proposte al Pnrr italiano: “Un lavoro molto complesso e articolato, che ha portato a un apprezzamento anche pubblico da parte di tutti gli esponenti della Commissione Ue il che testimonia che il confronto costante sia la strada sulla quale il governo punta per risolvere le questioni principali che riguardano la fase di attuazione del Pnrr”.
Dopo l’elenco dei successi, arrivano le critiche. La questione dei tagli è sanguinosa e i Comuni sono sul piede di guerra. Ma Fitto promette che il Pnrr non lascerà indietro nessuno: “Voglio dire ai sindaci con cui abbiamo parlato e a chi ha immaginato scenari catastrofici che non c’è nessuna interruzione”. Quindi ha aggiunto: “Le nuove misure individuate” non saranno oggetto di definanziamento e “gli interventi andranno avanti regolarmente”. Per il ministro la “narrativa” sul definanziamento è “inaccettabile”. Dunque attacca: “Noi non stiamo dicendo che revochiamo il finanziamento: se lo facessimo per interventi che in molti casi hanno obbligazioni giuridicamente vincolanti, non solo saremmo irresponsabili ma non avremmo capito nulla di quello di cui stiamo parlando”. A Fitto, poi, ha dato fastidio anche un’altra polemica che si è generata sul tema dei tagli, quella legata ai beni confiscati alla criminalità organizzata. Il ministro asserisce di trovarla “fastidiosa e strumentale” e spiega: “Questo intervento, che prevede la valorizzazione di beni confiscati per 300 milioni soprattutto al Sud, il termine per le aggiudicazioni avrebbe dovuto essere anticipato a giugno 2023, noi siamo ad agosto 2023. Vogliamo parlare di questo?”.
Infine la vicenda legata agli asili nido. Fitto rivendica: “Abbiamo ascoltato per giorni, e di questo sono dispiaciuto e deluso, della responsabilità di questo governo sul fronte degli asili nido. Questo è surreale. Nell’ambito degli asili nido abbiamo lavorato per individuare soluzioni e modificare gli obiettivi intermedi, abbiamo individuato 900 milioni aggiuntivi per un nuovo bando che dà una risposta su questa direzione. Altro che tagli”.
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