Attualità

“Sequestrate Piracy Shield”: l’esposto che mette Agcom e Lasorella nella bufera

di Angelo Vitale -

Giacomo Lasorella, presidente Agcom


Il problema è stato risolto ma la figuraccia di Piracy Shield è stata piena ed evidente, continua a generare polemiche e potrebbe dar luogo anche a cause risarcitorie, mentre arriva all’attacco il Codacons chiedendone il sequestro.

L’inghippo del sistema che dovrebbe contrastare l’uso del “pezzotto” e la proliferazione dei siti pirata che diffondono i contenuti protetti dai diritti ha creato scandalo per il blocco arrivato a stoppare Google Drive.

Molti utenti hanno lamentato di essersi trovati davanti a un messaggio che segnalava come “l’accesso al seguente sito che diffondeva illecitamente contenuti protetti dal diritto d’autore è stato disabilitato”. A provocare le critiche più aspre è il fatto che a bloccare la piattaforma di archiviazione e condivisione di file di Google non sia stato un problema tecnico ma Piracy Shield, la piattaforma nazionale antipirateria, adottata dall’Autorità garante delle comunicazioni, l’Agcom presieduta da Giacomo Lasorella, per combattere lo streaming illegale.

Non a caso il problema è emerso con un clamoroso inciampo della piattaforma anti IPTV e pezzotto Piracy Shield durante Juventus-Lazio, quando il sistema dell’autorità ha bloccato un dominio di Google legato a Drive, impedendo il download dei file agli utenti.

All’origine del disguido la segnalazione all’Agcom da parte dei broadcaster dei siti pirata con la successiva segnalazione ai provider internet e un blocco in automatico entro 30 minuti.

In realtà esisterebbe una lista di eccezioni di risorse online escluse dai blocchi, e che – secondo Wired Italia – conterrebbe 11mila elementi. Ma – a quanto pare – in questa whitelist non ci sarebbe drive.usercontent.google.com, il cui blocco può fermare la fruizione di alcuni servizi. Ma gli utenti hanno segnalato anche come PiracyShield abbia bloccato decine e decine di indirizzi Ip professionali: fra questi – si legge in un commento su X – un IP di Imperva -Incapsula, un servizio di CDN e protezione dei siti web usato da moltissime aziende. Cosa che sicuramente indurerà le aziende ad una riflessione per valutare il passaggio ad un’azione giudiziaria.

Il Codacons arriva a chiedere il sequestro di Piracy Shield: “Quanto accaduto nella serata del 19 ottobre è gravissimo e rappresenta un precedente pericoloso a danno di una platea enorme di soggetti”. “La lotta alla pirateria è una esigenza che condividiamo da sempre, considerato che il fenomeno produce un danno per la collettività portando a ingenti perdite economiche per le società interessate e a un rialzo delle tariffe a carico dei consumatori – spiega il Codacons – Le misure di contrasto all’illegalità non possono tuttavia portare a incidenti come quello che ha interessato Google Drive, un servizio usato da una moltitudine di soggetti (utenti, aziende e professionisti), anche per motivi di studio e lavoro, e che ieri è rimasto bloccato per ore causando proteste e disagi”.

Per tale motivo Codacons presenterà oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Roma “affinché apra una indagine sul caso volta ad accertare possibili fattispecie penalmente rilevanti e le relative responsabilità, valutando al contempo il sequestro del sistema Piracy Shield se non in grado di scremare adeguatamente i siti da bloccare nell’ ambito della lotta alla pirateria, poiché una tale circostanza rappresenterebbe una soluzione immensamente più grave del problema”.


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