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Piracy Shield nel fortino Agcom: nessuna sospensione, ma costa più di quanto previsto

di Angelo Vitale -


Piracy Shield: dopo la figuraccia dei giorni scorsi, l’Agcom prova a correre ai ripari e sostanzialmente, con una riunione del Consiglio che ha evidenziato diverse e contrastanti opinioni sulla vicenda e sulle necessità che ne derivano, si chiude a riccio sulla questione. Emerge però la responsabilità di Dazn in quanto avvenuto riguardo alla segnalazione che sabato sera portò al blocco di Google Drive.

L’Agcom, infatti, diffida Dazn, quale “segnalatore accreditato sulla piattaforma Piracy Shield”, ad assicurare “la massima diligenza e il massimo rigore nella presentazione delle istanze di blocco e nella raccolta delle relative prove”, un compito evidentemente non osservato. Dazn rischia, da oggi, “provvedimenti, in caso di inottemperanza”.

Piracy Shield, rileva l’Agcom, non registra l’accredito di tutte le categorie interessate alle segnalazioni. Tanto che l’Agcom richiama “gestori di motori di ricerca e dei fornitori di servizi della società dell’informazione” a farlo.

Respinta la proposta della commissaria Elisa Giomi di una sospensione dell’attività della piattaforma, mentre il commissario Antonello Giacomelli non ha partecipato alle votazioni. Giacomelli, però, non ha rinunciato a far sapere come la pensa. Per lui “era opportuna la sospensione dell’attività della piattaforma in attesa, come deciso già a luglio, della necessaria re-ingegnerizzazione, o comunque della individuazione della tecnologia più avanzata che consenta ad Agcom un controllo non solo formale delle segnalazioni, di una necessaria ridefinizione di prerogative, strumenti, responsabilità dei diversi soggetti pubblici e privati e di una revisione delle procedure”. E denuncia “costi di attività della piattaforma, ad oggi largamente superiori agli stanziamenti previsti”.

L’ennesima prova, dall’interno della stessa Autorità, di una piattaforma che, così come è stata programmata e come viene utilizzata, non assolve al compito di combattere con precisione lo streaming illegale. Un’ammissione cui l’Agcom non intende avvicinarsi. Per ora, la scelta è quella di una difesa ad oltranza di Piracy Shield. I prossimi giorni riveleranno se, come qualcuno auspica, nuovi fatti potranno imprimere una svolta a questa vicenda.


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