Cultura & Spettacolo

PIATTORICCO: Rione Tredici, tra romanità e tartufo

di Edoardo Sirignano -


Rione Tredici, tra romanità e tartufo

Trastevere è il tredicesimo rione della capitale ed è quello che racchiude la vera essenza della romanità. Da qui nasce appunto “Rione Tredici”, una tra le osterie più amate e frequentate dalle nuove generazioni e non solo. Ecco perché, insieme ad Arianna, nel classico sabato di novembre in cui non sappiamo cosa fare, vogliamo metterla alla prova. Ci viene assegnato un tavolo all’interno, in un ambiente abbastanza familiare, ma allo stesso particolare sia per i quadri che per le scritte in romanesco.

Per cominciare non possiamo rinunciare alla specialità della casa: le caramelle di scamorza e guanciale cotte al forno, simpatiche da scartare e perfette da degustare. Una volta entrati in confidenza col menù, passiamo ai primi. Da buon irpino e amante dei funghi prendo il rigatone alla carbonara con tartufo, mentre la mia dolce metà non intende rinunciare ai suoi immancabili bucatini all’amatriciana, che ovviamente provo anche io. Avendo esagerato con la pasta, saltiamo i secondi e proviamo i fiori di zucca, i famosi capresini. L’alternativa sono i maritozzi con pachino arrosto, pesto e stracciatella, che però assaggeremo la prossima volta, magari invitando qualche amico. Per concludere le immancabili zoccolette (frittelle di pasta) trasteverine alla nutella. A parte il naturale abbassamento delle temperature, possiamo ritenerci soddisfatti per una cena in cui, senza spendere una cifra, la qualità è protagonista. Non escludiamo, infatti, di ritornarci, magari per provare i mini magnum di melanzane, i bignè di grana alla menta su crema di pomodoro o la polentina con cicoria e crema al pecorino, consigliata dalla chef.


Torna alle notizie in home