PIATTORICCO – La capitale di Felice a Testaccio
Quando arrivano gli amici dall’Irpinia nella capitale le aspettative sono sempre alte, soprattutto se è il compleanno di uno di loro. Ecco perché per i 46 anni di Michele, non a caso soprannominato “il capitano”, bisognava fare qualcosa all’altezza. Ecco perché per il pranzo del sabato, dopo una divertente cena-spettacolo da Jerò, a base di paella, è indispensabile pensare a qualcosa che richiamasse la vera romanità. Antonello non ha dubbi e ci costringe ad andare dal solito “Felice a Testaccio”, vero e proprio simbolo dell’enogastronomia nella capitale.
Arriviamo per le 14,00 e ci viene assegnato un tavolo all’interno, nella solita sala accogliente, ma allo stesso tempo adatta per nuove relazioni. Apriamo, dunque, le danze con l’immancabile carciofo alla romana, le puntarelle in salsa di alici e ovviamente i miei amatissimi involtini alla parmigiana. Senza questo tris è impossibile passare alle cose serie. Mi riferisco alla specialità della casa: i tonnarelli cacio e pepe, tanto amati sia dai nostri connazionali che dai turisti di tutto il pianeta. Qualcuno di loro prenota addirittura un mese prima per vedere quel cameriere, che con cucchiaio e forchetta mischia bene quel mix che definisco divino, a maggior ragione se accompagnato da un bicchiere di Sangiovese. Dovendo fare le ore piccole, tralasciamo le carni e passiamo subito al dessert, dove è protagonista indiscusso il tiramisù di Felice con l’immancabile biscotto alla pasta frolla. Un amaro del capo e tutti in giro per la capitale a scoprire le bellezze della città eterna. Adesso abbiamo le energie e lo spirito giusto per affrontare una lunga notte, pur senza avere la pancia gonfia. La stessa Arianna, che ovviamente non si sbilancia mai quando si parla di pasta, è più che soddisfatta. Stiamo, d’altronde, di fronte a una pagina di storia della ristorazione. Pur essendo ormai diventato un brand, la qualità, a queste latitudini, è sempre all’ordine del giorno.
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