Piano Mattei, la via italiana per l’Africa passa per il Sud
di FABIO VERNA*
Il progetto di Giorgia Meloni dopo tutta una serie d’incontri bilaterali è oramai ai nastri di partenza, infatti sono giunti a Roma su invito del nostro Governo, ma anche ospiti del Presidente della Repubblica per una cena di gala al Quirinale, un folto gruppo di capi di stato e/o di Ministri delle principali nazioni africane per il “summit”: ITALIA-AFRICA che avrà all’ordine del giorno il Piano Mattei ed al quale parteciperanno anche i vertici dell’Unione Europea. Il summit che vede l’Italia protagonista, in quanto a tutti gli effetti un ponte tra l’Europa ed il continente africano, attiene al lancio di una nuova filosofia di politica economia e di partneraggio commerciale verso quelle nazioni ricche di materie prime, necessarie alle nostre imprese manifatturiere, ma carenti delle tecnologie e delle necessarie infrastrutture per trasformarle in prodotti finiti. L’approccio fortemente voluto dal nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si profila diverso e soprattutto lungimirante rispetto a quello colonialistico dei tempi passati, in quanto punta ad essere cooperativistico, difatti la frase ricorrente di ITALIA-AFRICA è stata: “da pari a pari”. L’importanza del summit viene sottolineata anche dall’autorevolezza della location dove si sono tenuti i lavori, ovvero l’aula del senato di Palazzo Madama ed ancor dippiù dalla partecipazione di nazioni africane con interessi talvolta contrapposti, ma tutte interessate ad una nuova forma d’interscambio che lascerà alle nazioni che aderiranno una maggiore marginalità sulle forniture di materie prime. Una marginalità che troverà capacità di scambio, oltre che sui prezzi delle materie prime anche, e probabilmente soprattutto, nel trasferimento di quelle tecnologie, dei know-how volti ad offrire nuove opportunità di sviluppo ai popoli africani; opportunità che si potranno riverberare nell’occupazione e sulle qualità di vita, dal reddito medio pro capite alla sanità. Una conseguenza positiva sarebbe sicuramente nella diminuzione dell’emigrazione delle popolazioni sub sahariane verso l’Europa, in quanto avendo la possibilità di una vita dignitosa nessun essere umano lascia con piacere la propria terra natia. Il Piano Mattei che ha preso corpo, nella mente prima e successivamente nei progetti del nostro Presidente del Consiglio, durante le trasferte volte alla stipula di nuovi contratti di fornitura di gas provenienti dai paesi africani, si propone di trasformare l’Italia in un hub energetico, non solo per il nostro paese ma potenzialmente per tutta l’Europa, a cominciare dalla Germania, la quale sta subendo anch’essa la crisi energetica con la conseguente contrazione del P.I.L..
Tutti gli incontri bilaterali portati avanti dal Presidente Meloni durante il primo anno di governo, affiancata spesso dall’A.D. dell’ENI Claudio Descalzi, si sommano ora a Roma in un progetto sinergico, paesi quali l’Algeria, la Nigeria ed il Senegal, già da tempo nostri partners commerciali, si vedranno affiancati da nuove nazioni interessate a riqualificare i loro rapporti con l’Unione Europea, iniziando dal Mozambico, uno dei paesi tra i più poveri del mondo, ma con un sottosuolo ricco di gas naturali, che lascia oltre il 70% della propria popolazione senza la possibilità di utilizzare l’energia elettrica in quanto carente d’infrastrutture e soprattutto della capacità d’istallarle e di manutenerle, dunque la necessità d’impiantare pipeline,depositi per lo stoccaggio, mentre per l’Italia necessiteranno altre navi gasiere e dunque anche nuovi rigassificatori. Questo nuovo approccio al continente africano camminerà parallelamente alla transizione ecologica che mira a potenziare gli impianti fotovoltaici ed i parchi eolici, avvalendosi delle condizioni climatiche presenti in molte aree del nostro Meridione, il percorso che dovrebbe portare l’Italia ad un nuovo efficientamento energetico è sicuramente ancora lungo, ma il primo significativo passo è stato compiuto, un’opportunità che inciderà positivamente anche sulla nostra bilancia dei pagamenti. Senza dimenticare che con questo summit l’Italia va di fatto ad assumere una posizione di leadership nei rapporti tra l’Unione Europea ed il continente africano.
*Economista
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