Attualità

Pfas, ad Alessandria biomonitoraggio al via nell’area dell’ex Solvay

di Ivano Tolettini -


L’allarme Pfas rimane alto, testimoniato dalla sensibilità dei tanti cittadini mobilitati, perché il timore per i cosiddetti “inquinanti eterni” che si sono prodotti (e si producono) nel polo chimico di Alessandria, rappresentano una potenziale ipoteca per la salute della popolazione. Sono settimane cruciali, dunque, nella lotta pubblica alla contaminazione da Pfas nel quartiere di Spinetta Marengo del capoluogo piemontese, dov’è situato lo storico stabilimento della Syensqo (fino al 2023 Solvay), da anni nel mirino dei comitati e degli ambientalisti per gli oggettivi timori per la salute collettiva a causa dell’inquinamento. Come aveva promesso lo scorso settembre, l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, la scorsa settimana in un’assemblea pubblica ha presentato il gruppo di lavoro per l’applicazione del protocollo sui Pfas nell’area di Spinetta. È stato annunciato che il prossimo 14 novembre inizierà il biomonitoraggio, vale a dire la ricerca scientifica per misurare l’esposizione dei cittadini a sostanze chimiche e inquinanti. I primi ad essere coinvolti saranno i residenti, quasi 8 mila, in un raggio di tre chilometri nel sito produttivo della Fraschetta. “Il nostro obiettivo – spiega Riboldi – è quello di capire gli effetti dell’inquinamento sulle persone e lo facciamo in maniera concreta con una task force di esperti, come abbiamo promesso subito dopo le elezioni”. Rispetto al suo predecessore, come ha riconosciuto pubblicamente Adriano Di Saverio, presidente della commissione Sicurezza e Ambiente del Comune di Alessandria, Riboldi è intervenuto con tempestività perché “questo territorio ha pagato nel corso dei decenni, e continua a pagare, un prezzo molto alto in termini di malattia e mortalità, perché è stato sottoposto all’inquinamento del cromo esavalente, tetracloruro di carbonio, e molte altre sostanze, tra cui ultimamente i Pfas di vecchia (Pfoa) e nuova generazione a catena corta, come del resto queste sostanze vengono trovate in tutte le matrici, nonostante la multinazionale continui a ripetere, tramite i suoi rappresentanti, che da dieci anni non vengono più lavorate qui”. Sul punto Di Saverio ha aggiunto che se è vero che non vengono più prodotti a Spinetta Marengo perché è una sostanza di vecchia generazione, per quale motivo “essa permane in tutte le matrici ambientali”? Sui Pfoa c’è una letteratura scientifica ormai vasta. Sono stati dichiarati cancerogeni dallo IAC, l’Istituto Internazionale di ricerca sul cancro nel dicembre 2023.

STUDIO EPIDEMIOLOGICO – Di Saverio ha sottolineato che recenti rilevazioni nel fiume Bormida hanno messo in luce nuovi Pfas, che anche stavolta sarebbero collegati allo stabilimento Syensqo (ex Solvay). Nel corso dell’ultima riunione della commissione Sicurezza e Ambiente, Sara Valsecchi dell’Istituto di Ricerca sulle Acque (Irsa-Cnr) ha esposto lo studio che mette in risalto l’individuazione dei nuovi composti Pfas nelle acque del Bormida, all’altezza del polo chimico di Spinetta Marengo. “Il campionamento – sottolinea la dottoressa Valsecchi – , effettuato a monte e a valle dello scarico industriale della Syensqo, ha evidenziato 3 miscele di composti e 3 composti singoli, probabilmente generati durante la sintesi dell’Aquivion, un materiale innovativo utilizzato dall’azienda”. Come in altri siti chimici, pensiamo a quello di Brescia della Caffaro, la sequenza di incidenti e di sversamenti di C604, con la presenza di schiuma nella Bormida e successive “inadempienze e sospensioni di produzione – prosegue Di Saverio – hanno comportato l’apertura di indagini penali di cui a dicembre si occuperà con il pubblico dibattimento il tribunale di Alessandria”. In questo contesto di allarme tra la popolazione, il presidente della commissione Sicurezza e Ambiente di Alessandria è tornato a chiedere uno studio epidemiologico – come a suo tempo venne chiesto nel Veneto per il gravissimo inquinamento ambientale da Pfas tra le province di Vicenza, Verona e Padova che coinvolge 350 mila persone, senza però trovare risposta da parte della Regione – per l’area di Alessandria, per verificare l’esistenza di una correlazione tra il livello dei Pfas (e oggi di C604) prodotti prima dalla Solvay e dal dicembre 2023 da Syensqo, e talune malattie cui è esposta la popolazione.


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