Esteri

Pezeshkian, il candidato riformista, è il nuovo Presidente iraniano

di Lino Sasso -


È Masoud Pezeshkian, l’unico candidato riformista ad aver partecipato alla corsa per la presidenza della Repubblica islamica dell’Iran ad aver vinto il ballottaggio, battendo l’ultra-conservatore Saeed Jalili. Cardiochirurgo sessantanovenne, già deputato da diversi anni ed ex ministro della Sanità, Masoud Pezeshkian ha dominato il secondo turno delle elezioni presidenziali promettendo un avvicinamento all’Occidente e facilitazioni per quanto riguarda la legge sul velo obbligatorio che è una delle questioni che ha recentemente provocato forti proteste in Iran. Nelle sue parola non sono infatti mancate critiche nei confronti della polizia morale. Non è quindi probabilmente un caso se l’affluenza alle urne al secondo turno ha segnato una partecipazione di dieci punti percentuali maggiore di quella registrata al primo, quando per protesta la maggioranza degli elettori ha disertato i seggi, facendo registrare l’affluenza più bassa dalla rivoluzione islamica del 1979. In molti di più sono andati a votare proprio nella speranza di agevolare la corsa del candidato riformista. Una volta resi noti i risultati, migliaia di iraniani si sono riversati per le strade di Teheran e di altre città per salutare il successo del neo eletto Presidente. Pur criticando le sanzioni imposte all’Iran a livello internazionale, per l’intera campagna elettorale Pezeshkian si è mostrato favorevole a una politica diplomatica distensiva e si è fin da subito detto favorevole a una riproposizione di un accordo nucleare. Nel corso del suo primo discorso da presidente, parlando alla tv di Stato, Pezeshkian ha detto che l’Iran tenderà “la mano dell’amicizia a tutti. Siamo tutti popolo di questo Paese. Ci sarà bisogno dell’aiuto di tutti per il progresso”.


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