Attualità

“Persone oltre le cose”: grossi guai per due ex vertici di punta Conad

di Angelo Vitale -

L'ex ad Francesco Pugliese (dal sito web Conad)


“Persone oltre le cose”: fortunato per la notorietà tra gli italiani (la metà delle famiglie conoscono il marchio) ma un po’ sfortunato per le cronache sindacali e quelle giudiziarie dell’ultimora, lo slogan Conad quasi ogni giorno sugli schermi tv. Sette anni fa i Cobas dei lavoratori interni lo definivano “ipocrita”, oggi – nonostante le precisazioni del Consorzio nazionale della gdo che nacque a Bologna nel 1962 – suona un po’ amaro per gli attuali vertici dopo la notizia delle accuse che riguardano i presunti reati di corruzione tra privati e autoriciclaggio nell’ambito dell’acquisizione dei negozi del gruppo francese Auchan da parte di Conad: proprio a Bologna in azione la Procura e la Guardia di Finanza per sequestrare oltre 36 milioni di euro e indagare nove persone. Fra loro ci sono Francesco Pugliese, ex amministratore delegato di Conad, e Mauro Bosio, ex direttore generale del gruppo, che avrebbero costituito una fiduciaria per ricevere false consulenze da parte di imprenditori.

La Conad si affanna a precisare di “essere parte lesa in relazione all’operato di ex dirigenti e amministratori” la cui condotta personale è da un po’ nella lente della magistratura. Nel luglio del 2023 Pugliese, il più noto tra gli indagati, era stato silurato pur riconoscendogli – così talvolta si fa nel mondo dell’economia (e non solo) del nostro Paese – “passione, lungimiranza e competenza”. Prima di questo, tre realtà del Consorzio avevano denunciato al tribunale civile gravi irregolarità di gestione.

Pugliese è stato un mago dell’organizzazione aziendale, dal curriculum lunghissimo. Prima di Conad dove è stato vent’anni, era stato in Barilla e Yomo. Solo un anno prima del siluramento Conad ne magnificava l’elezione a presidente di Agecore, la centrale europea che riunisce alcuni grandi gruppi di imprenditori indipendenti associati nel mondo del retail, alleanza strategica internazionale con un giro di affari complessivo pari a 62,4 miliardi di euro. Era stato vicepresidente di Confcommercio dal settembre 2021 all’aprile 2024, presidente di Gs1 Italy (l’associazione che riunisce 35 mila imprese di beni di largo consumo), consigliere di amministrazione di Upa – l’organismo associativo che riunisce le più importanti e prestigiose aziende industriali, commerciali e di servizi che investono in pubblicità e comunicazione, cavaliere del Lavoro dal 2019. E aveva scritto pure libri in partnership con il direttore de Il Foglio Claudio Cerasa e il sociologo Aldo Bonomi. Dopo l’uscita burrascosa da Conad, non se ne era stato con le mani in mano: consigliere indipendente Inalpi, il gruppo che Egidio Invernizzi fondò nel 1966, era entrato nel board di De Cecco, colosso della pasta. Juventino, con la passione delle auto d’epoca (nelle indagini, una vettura storica utilizzata per partecipare alla Mille Miglia che i magistrati ritengono sia stata acquistata con parte del denaro al centro dell’inchiesta).

Noto alle cronache giudiziarie uno degli altri indagati, il broker Raffaele Mincione, che fu coinvolto nel processo per la compravendita da parte della Santa Sede del palazzo di Sloane Avenue a Londra che riguardò il cardinale Giovanni Angelo Becciu. E’ lui il manager accusato di aver versato oltre 11 milioni a Pugliese e a Mauro Bosio, ex direttore finanziario Conad.


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