Editoriale

Perché Giorgia ha torto, perché Giorgia ha vinto

di Dino Giarrusso -


Giorgia Meloni non ha ricevuto alcun avviso di garanzia. Giorgia Meloni non è vittima di alcuna toga rossa. Il giudice Lo Voi, se proprio volessimo abbassarci a questo gioco che da sempre ritengo umiliante e infantile, sarebbe semmai una “toga nera”, essendo esponente di Magistratura Indipendente, la corrente di destra della magistratura italiana (della quale faceva parte proprio Mantovano, prima di lasciar le aule del tribunale per quelle del Parlamento). L’avvocato Li Gotti che ha presentato un esposto contro Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano è uno storico esponente del MSI e poi di AN, militante di destra per decenni poi passato a IDV.

Lo Voi non poteva far altro che comunicare agli interessati d’aver inviato l’incartamento con la denuncia ricevuta al Tribunale dei Ministri, utilizzando la formula “Omessa ogni indagine” che significa proprio, in soldoni: “La legge mi impone di non occuparmi della cosa e di girarla a Voi, verificate Voi se la denuncia sia fondata o vada subito archiviata, io ho l’esplicito divieto di farlo”.
Se non avesse agito così, sarebbe stato Lo Voi ad essere passibile di denuncia per commesso illecito, in base alla legge costituzionale numero 1 del 1989, articolo 6 comma 1. Ciò che accadrà è che non ci sarà nessun processo, anche perché se anche il Tribunale dei Ministri volesse andare avanti (non lo farà), il Parlamento ha una maggioranza ampia che negherebbe la procedibilità.
Dunque il vittimismo impostato sull’ormai stantio ritornello “non sono ricattabile“ e più che mai fuori luogo, come fuori luogo sono le urla di di alcuni (i giornaliati ultrà che non vedono l’ora di buttarla in caciara) e le parole pacate di altri come Maurizio Lupi. Tutti stanno commentando un fatto inesistente, un racconto che non ha nulla a che vedere con la realtà. Nei fatti Giorgia Meloni ha torto.
Un cittadino propone un esposto per dei fatti gravi rispetto ai quali sospetta dei reati: un uomo ricercato dalla Corte Penale Internazionale è stato rispedito a casa comodamente, con un volo di Stato pagato da tutti noi anziché essere trattenuto come chiedeva la Corte.
Nei fatti, ripetiamo, Giorgia Meloni ha torto.
Eppure Giorgia Meloni ha vinto, anzi ha stravinto. Ha vinto con un breve video che è semplicemente perfetto. Ha una buona luce, lei ha il tono migliore che un politico possa avere, e serena espone i fatti senza scomporsi. Si ritiene vittima, propone un racconto che solo chi vorrà approfondire può scoprire quanto sia falso, e lo fa in modo estremamente convincente.
Il suo è un autentico capolavoro di comunicazione politica. Ed è imbarazzante constatare che tutte le opposizioni non sappiano rispondere minimamente a questo capolavoro di comunicazione. Nessuno fra Schlein, Conte Fratoianni e Bonelli (per tacere di Renzi e compagnia centrante, che quando si tratta di parlar di giudici sono sempre e solo più realisti del re), ha la capacità di confutare le parole della Meloni, di ribattere con un video altrettanto efficace, di capire una volta per tutte che la lotta politica oggi è innanzitutto una lotta di comunicazione.
E non da ieri, ma da almeno trent’anni a questa parte.
I social amplificano la grande efficacia del messaggio di Giorgia Meloni, dunque non si discute dei fatti reali, non ci si focalizza su come sia possibile che un criminale sia stato mandato a casa mentre innocenti marciscono in galera. Si discute ancora una volta di quanto siano i cattivi giudici con la nostra brava premier. Giorgia ha torto, Giorgia ha vinto.
E fanno quasi tenerezza i comunicati stampa di smentita dei leader antagonisti: chi li leggerà mai, mentre il video di Giorgia vola sui social?


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