PER UN PUGNO DI DOLLARI
La Kickboxing, la muay thai, la savate, e soprattutto le mixed martial arts (MMA), stanno esplodendo, anche in Italia, come fenomeno, segno inequivocabile di una forte attenzione del grande pubblico (con particolare attenzione ai più giovani) per queste nuove discipline, che, a partire dalla più tradizionale “boxe” (la prima, negli anni passati, ad essersi trasformata in prodotto mainstream per aziende di largo consumo e broadcaster), sono parte integrante del mercato degli sport da combattimento. Un mercato che sta crescendo grazie anche allo sviluppo di promotion di alto profilo (nella MMA dominano UFC, One Championship, Bellator, PFL, Cage Warriors, o ancora Glory, Enfusion o l’emergente RRC in Russia). In Italia il leader del settore è l’imprenditore lombardo Carlo Di Blasi, presidente di Fight1, ideatore del format Oktagon, e responsabile Italia dell’organizzazione singaporiana “One”. Suo anche l’ultimo mondiale ISKA di Mattia Faraoni, campione di kickboxing premiato in Campidoglio dall’assessore allo sport di Roma Capitale, Alessandro Onorato, dopo un match eslatante per il titolo iridato (allestito, in tempi record, negli studios di Cinecittà).
Il futuro è nel posizionamento marketing. “Il passo in avanti ulteriore sarà segnato dalla presenza costante di nuovi campioni-icone, ciascuno con un proprio posizionamento marketing e d’immagine, in cui le masse (soprattutto i teen-ager, ovvero i fan del futuro, nda) potranno identificarsi per stili di linguaggio e/o per i trend nell’abbigliamento (non solo sportivo)” ha spiegato a L’Identità, Marco Mazzi, esperto internazionale di marketing e comunicazione sportiva. “Quando si parla, ad esempio, di mixed martial arts il primo nome che viene subito in mente, in tutto il mondo, è Conor McGregor (ex campione della cintura “leggeri” UFC) seguito su Instagram da 46,1 milioni di follower e da oltre 15 su Facebook. Altri atleti della stessa promotion stanno crescendo, conquistando spazi sui media e attirando l’attenzione di giovani e meno giovani. Chiaramente popolari per le loro performance sportive, ma anche per i loro messaggi/stili di vita, come nel caso di Jorge “Gamebred” Masvidal, di Khabib Nurmagomedov o ancora di Nate Diaz, di Israel Adesanya, del giovane britannico Patrick Pimblett o del brasiliano Alex Pereira (fresco campione del mondo). Le MMA stanno vivendo un’età dell’oro come precedentemente è già successo nella boxe, dove però alcuni atleti continuano ad essere tra i più ricchi e pagati e a intercettare l’interesse di sponsor e broadcaster, come nel caso, sotto gli occhi di tutti, di Canelo Álvarez”.
Per Forbes è nella top10 degli sportivi più ricchi. Il 32enne pugile icona dello sport messicano, dopo aver battuto ai punti, in un’interminabile trilogia, il kazako Gennady Golovkin, ha conservato, nel novembre 2022, il titolo iridato dei supermedi (nelle versioni WBC, WBA, IBF e WBO). Da molti addetti ai lavori Álvarez è considerato la superstar della boxe mondiale. Ovviamente, come tutti i campioni, è corteggiato da sponsor a sei zeri. Secondo la rivista economica Forbes, è l’ottavo atleta più ricco del pianeta (il primo nella categoria “combat sports”), con un volume di affari pari a 78 milioni di euro.
Tra i principali sostenitori vi è la birra messicana Tecate. Di proprietà del gruppo Heineken, si è legata a Canelo, nel 2016, scegliendolo come vero e proprio testimonial. Nel 2017, sempre il campione messicano, ha girato uno spot irriverente in cui compare anche l’attore Sylvester Stallone, famoso per aver interpretato il pugile italo-americano Rocky Balboa. Dal 2018 poi Álvarez è stato scelto dal marchio Hennessy (il cognac più venduto al mondo). Tra tutte le partnership commerciali spicca quella che porta la firma di Dazn. L’accordo quinquennale con la piattaforma streaming ha un valore di 335 milioni di euro (con l’obbligo, per il boxeur, di disputare almeno 11 incontri per il titolo iridato). Forte attenzione anche al merchandising (curato nei minimi particolari) e al licensing. Di recente poi l’atleta nativo di Guadalajara ha lanciato una marca di cocktail, a base alcolica, con il marchio VMC (l’acronimo sta per “Viva Mexico Cabrones”).
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